Non vincono mai
Non ce la fanno proprio, i nostri amici tedeschi, a esorcizzare le streghe che accompagnano le loro sfide con l'Italia. Li avevano incoraggiati il vantaggio dopo diciotto minuti, ma anche qualche problema del centrocampo azzurro, nel quale i soli Mauri e De Rossi non bastavano a garantire la gestione della partita. Ma alla distanza l'Italia di Prandelli ha preso il sopravvento, reagendo con rabbia a un clamoroso torto arbitrale, produttivi i cambi, ma soprattutto i cambi di ritmo, il gol di Rossi a dieci minuti scarsi dalla fine ha fatto giustizia. Tutto sommato, prova più che dignitosa, su un campo bollente come il Westfalen e contro una squadra reduce da uno splendido Mondiale. Non è bastato, ai tedeschi, rinnegare il loro vecchio calcio d'assalto, privilegiando la manovra a il palleggio per stanare la difesa azzurra, ma anche gli italiani avevano felici ispirazioni costruttive, alla fine il pari non fa una piega. Subito, è apparso palese il comune intento dei due strateghi, ranghi compatti e vigile attesa, per una volta tanto i tedeschi votati a emulare le risorse tattiche care ai rivali, senza offrirsi al contropiede. Non ha neanche cominciato male, l'Italia, soffrendo però la scarsa propensione degli uomini di centrocampo agli inserimenti, il solo che interpretasse al meglio il suo ruolo era Mauri, tra l'altro assiduo nel proporsi a tutto campo. Cassano, forse cosciente della sua dimensione, un tempo al massimo, si è prodotto in guizzi eleganti, però Pazzini non è mai riuscito ad anticipare il suo controllore, quel Mertesacker che raramente in passato aveva creato grossi problemi agli attaccanti avversari. Ma la prima brusca sterzata l'ha regalata, alla partita, una colossale dormita dei nostri difensori centrali, tributo pagato alla modesta esperienza, Una magia di Ozil, forse il migliore nel primo tempo, ha liberato Mueller che ha trovato puntuale Klose, quello che non sbaglia mai. Buffon ha dovuto arrendersi, però subito dopo ha salvato sullo stesso giocatore, liberato in area. Gli Azzurri, tra i quali stentava a mostrare la sua personalità l'atteso Thiago Motta, avevano creato una prima occasione con De Rossi, Cassano, Pazzini e ancora il barese, fermato in corner. Poi era stato bravo e fortunato Neuer nel respingere il gran destro al volo di De Rossi su cross di Chiellini. Ma il contributo decisivo, ai tedeschi, lo avrebbe offerto l'olandese Braamhaar, bendandosi gli occhi quando Aogo ha fermato il cross di Cassani, lanciato dal quasi omonimo, con un bel tuffo, parando a terra, non essendo un portiere non era lecito. Dentro in avvio di ripresa, come previsto, Borriello e Rossi per Cassano e Pazzini, presto fuori anche Cassani acciacato e rilevato da Maggio, poi Aquilani per Motta, mai protagonista così come Montolivo Hanno prodotto un paio di utili scambi le due nuove punte, non facile la manovra di avvicinamento di fronte all'insistito possesso di palla dei tedeschi., ispirati da Ozil e Schweinsteiger. La girandola dei cambi ha reso tutto più avventuroso, buon apporto di Chiellini alla fase offensiva soprattutto dopo l'uscita di Lahm, squadre allungate, una palla-gol per Borriello sventata da Neuer, che a nove minuti dalla fine si è opposto anche a Rossi, ma Papito è stato svelto e lucido a ribadire in gol, pari strameritato alla distanza. Al futuro europeo, ormai alle porte, Cesare Prandelli può guardare con fiducia, i passi avanti, tanto attesi, la sfida di Dortmund li ha registrati.