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Ma gli americani non si fermano

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Championso meno, gli americani ci sono e vanno dritti verso l'obiettivo. I risultati della Roma sul campo non condizionano il processo di vendita della società, tantomeno le intenzioni del gruppo guidato da Thomas DiBenedetto. Proseguono senza sosta le conference call tra l'Italia e gli Stati Uniti per avvicinarsi alla prossima tappa: l'apertura della fase di esclusiva, che in pochi giorni può consegnare la Roma agli americani. Il lavoro di questo inizio settimana è dedicato al completamento degli atti della Newco (DiBenedetto As Roma LLC) già costituita per l'acquisto del club. Tutto sta filando liscio e secondo i tempi stabiliti, nonostante i componenti della cordata vivano in città diverse degli States. Oltre agli atti della Newco, ci sono altri aspetti tecnici da sistemare: i legali degli americani e della banca stanno studiando le modalità più opportune per evitare di allungare il processo. Venerdì è fissato un nuovo vertice tra il cda di Roma 2000 e i dirigenti di Rothschild e Unicredit ma non si può escludere che venga rinviato all'inizio della prossima settimana. Se gli «approfondimenti» degli americani convinceranno la banca, la trattativa in esclusiva dovrebbe chiudersi in poco tempo: ma bisognerà attendere comunque marzo per completare la vendita. Nel frattempo Unicredit sceglierà anche il partner italiano a cui cedere una parte delle sue quote: sabato scorso c'è stato un incontro con il costruttore Parnasi che ha dato la sua disponibilità. Tutti lavorano nell'unica direzione possibile - visto che le altre offerte sono state giudicate «irricevibili» - mentre la Sensi continua a guardare con perplessità alla soluzione americana. È delusa dalle cifre dell'operazione (il 67% della Roma verrà pagato meno di 100 milioni e alla famiglia non andrà un euro) e preoccupata per l'effetto domino che si scatenerà a Trigoria, dove ormai da tempo regna un vuoto di potere. I programmi prevedono la sua uscita di scena prima della fine della stagione e il ruolo di «traghettatore» affidato a Montali. La sconfitta di San Siro ha aumentato il nervosismo di Rosella: ha addirittura pensato di mandare la squadra in ritiro. E Ranieri? Aspetta e spera di ottenere il rinnovo. Intanto boccia il fair play finanziario. «Non sono d'accordo - dice a Coverciano a margine della Panchina d'Oro - se uno ha i soldi per investire lo faccia. Poi sarà lui a ripianare le perdite». Ma la Uefa ha già imboccato la strada opposta.

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