Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Bella Roma ma c'era troppa Inter

default_image

  • a
  • a
  • a

Ilpeggio è che dovrà affrontare il Napoli senza Mexes e Burdisso, ieri sera si è rivisto perfino Loria. Che ha anche segnato. Già buon segno, per chi insegue, la frenata del Milan a Marassi, dove il Genoa ha ritrovato i motivi migliori dopo un periodo non particolarmente gratificante, né per gioco né per risultati. Le grandi potenzialità della capolista espresse però in una sola occasione, quella magia di Ibra per mandare in gol Pato, largamente meritato il pari di Floro Flores, buono per appiattire la vetta. Un ulteriore contributo del mercato invernale, dopo le imprese di Matri a Cagliari e, più tardi, di Amauri a Parma. Da ex, non aveva esultato di fronte ai tifosi sardi il nuovo bomber juventino, ieri Miccoli ha fatto di più allontanandosi a testa bassa dopo la splendida punizione firmata a Lecce, città del cuore. L'avrebbe poi vinta largamente, quella partita, il Palermo, ora così vicino alla zona Champions, come del resto l'Udinese, poi qualcuno dice che il bel gioco non paga. Comunque, a delineare il nuovo assetto dell'alta classifica, contributo determinante lo ha offerto, secondo troppo facili previsioni, il calendario, che assegnava il compitino più elementare al Napoli. C'è stata, è vero, la conferma di una flessione che aveva raggiunto il picco più inquietante a Verona, il Cesena ha anche sfiorato il pari. Però è giusto rilevare come al Napoli fosse stato negato il gol dell'immediata tranquillità, quando il guardalinee non ha battuto ciglio su un pallone respinto da Antonioli mezzo metro buono oltre la linea. Per l'assistente, inevitabile assegnazione del «Premio Ugo», senza neanche il conforto degli occhialoni offerti da Fiorello alla tenera talpa. La Lazio si è scontrata con una tradizione perfida, il Chievo non riesce proprio a perdere all'Olimpico biancoceleste: però la splendida punizione di Hernanes a primo tempo quasi scaduto aveva messo i laziali nella condizione ideale per bloccare i ranghi ed eludere il contropiede, specialità veronese perfino più celebre del Pandoro. Fischi per le sostituzioni operate da Reja, Zarate e il Profeta avrebbero assicurato soluzioni più raffinate sulle palle inattive, però non si può addebitare al tecnico il pari di Cesar, dormita difensiva da evitare.

Dai blog