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dall'inviato a MILANO Cinque schiaffi fanno sempre male.

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Ilcommento di fine gara sa molto di resa. «Ora siamo in ritardo, è inutile nascondercelo. Rincorrere non è facile - ammette Ranieri - noi siamo costretti a farlo, finché vediamo la luce dobbiamo crederci anche per la nostra dignità». La partita più pazza e bella della stagione l'hanno decisa gli episodi. Uno su tutti: l'espulsione di Burdisso, che se ci fosse stato Mexes probabilmente non avrebbe giocato. «Philippe era il difensore più in forma. È un istintivo, alla fine della gara con il Brescia s'è fatto prendere dal nervosismo: questi errori li paghi e col Napoli mancherà anche Nicolas. Vedremo cosa fare: Loria è un giocatore esperto e l'ho rimesso dentro». Per Vucinic e Menez più bastone che carota. «Sono due grandi campioni, ma devono acquisire quella mentalità che hanno per esempio Eto'o e Pazzini». Poi Ranieri ritira fuori l'attenuante della vigilia: gli assenti. «La differenza tra le due rose s'è vista. Noi stiamo facendo buone cose ma quando ti misuri contro squadra del genere a cui aggiungi giocatori determinanti come Pazzini e Kharja è dura. La qualità paga: adesso, senza Totti e Adriano, io non ho i cambi che mi servirebbero». Ma la sua Roma ha giocato «una buonissima partita - riconosce il tecnico - e non si è mai arresa. Il mio futuro? Se la nuova proprietà mi vuole sono contento perché resto nella mia città, altrimenti andrò altrove». Lo stesso Leonardo ha visto «una Roma straordinaria con Borriello che è diventato uno degli attaccanti più forti. È stata una partita fantastica, ma per parlare di scudetto è ancora presto». Ale. Aus.

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