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Lazio, a Milano un punto d'oro

Legrottaglie e Kozac in un contrasto

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Una Lazio a due volti, propositiva nel primo tempo, arroccata in difesa nel secondo, coglie a Milano un pari sofferto fermando la capolista e rilanciando la propria candidatura per le zone alte della classifica. Bene soprattutto la difesa, tornata impenetrabile nelle ultime due gare, e un centrocampo più di lotta che di governo. Da rivedere in attacco Kozak e, soprattutto, un Hernanes deludentissimo. Reja scioglie gli ultimi ballottaggi scegliendo Ledesma per Matuzalem e Gonzalez per Mauri. Dall'altra parte Allegri preferisce Pato per affiancare Ibrahimovic e Robinho. I biancocelesti partono senza timori reverenziali. È Hernanes che si mette subito in mostra, con una botta al volo da fuori che finisce alta. Qualche minuto dopo bissa Ledesma, sulla cui conclusione la mancata deviazione di Kozak per poco non inganna Abbiati.Man mano l'ardore iniziale si spegne, il Milan comincia a prendere campo ma senza mai creare seri pericoli a Muslera. Dias e Biava sono puntualissimi nelle chiusure e nei raddoppi, Ibra è costretto ad andarsi a prendere qualche pallone sulla fascia dove puntualmente viene murato da 2-3 difensori. La prima fiammata arriva al 33', quando dopo due angoli consecutivi della Lazio i rossoneri si distendono in contropiede, Ibra riceve palla sul filo del fuorigioco e serve Emanuelson al centro dell'area. L'olandese spedisce clamorosamente alto. Due minuti dopo è Flamini a mancare di testa la deviazione a un metro dalla porta. È solo un falso allarme, la gara torna noiosa con la Lazio che controlla e i rossoneri che faticano a impostare. Le squadre rientrano dagli spogliatoi con una sola variazione: nel Milan debutta l'ultimo arrivato Legrottaglie al posto di Bonera, uscito malconcio da un contrasto con Kozak. A essere cambiato però è soprattutto lo spirito dei rossoneri che, strigliati da Allegri, adesso attaccano a testa bassa e collezionano occasioni. Clamorosa quella che capita sui piedi di Ibrahimovic, libero al tiro al limite dell'area. Lo svedese spedisce il pallone sul palo alla destra di Muslera, la sfera viaggia sulla linea di porta, colpisce l'altro palo e finisce tra le braccia del portiere. L'illusione del gol è tale che persino il tabellone segnala l'1-0 prima di essere resettato. La Lazio sbanda, ancora Ibra al 53' va vicino al gol con un tiro a giro che accarezza il palo. Allegri butta dentro anche Cassano al posto di uno spento Pato. L'«artiglieria pesante» produce una clamorosa occasione stavolta sui piedi di Robinho, il brasiliano supera anche Muslera ma Biava salva sulla linea. Reja capisce che è il momento di riordinare la squadra. Tira fuori Gonzalez, che non sembrava tra i più stanchi, per inserire Bresciano, poi è il turno di Mauri per uno stremato Sculli. L'assedio rossonero perde d'intensità. Ibra ha un'ultima occasione allo scadere dei cinque di recupero ma spara alle stelle. Pochi minuti prima uno sfortunato Legrottaglie aveva lasciato il campo sanguinante dopo uno scontro fortuito con Kozak: per l'ex juventino una probabile notte in ospedale in «osservazione» che ha consigliato di spostare di un giorno la conferenza di presentazione in programma per oggi. Finisce con la Lazio che porta via un punto da San Siro, riapre il campionato (stasera il Napoli può portarsi a -2 dalla capolista) ma soprattutto dimostra di essere fisicamente in ripresa. Nel girone d'andata, dopo quattro partite, i biancocelesti avevano sette punti. Proprio come ora nel ritorno. Certamente è di buon auspicio.

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