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Per guarire c'è ancora molta strada

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Ilrampante coach sloveno ha il fuoco dentro, quello che in passato l'ha fatto anche andare fuori dal seminato quando accettò di risolvere con le mani un battibecco con un tifoso nel suo periodo polacco. È il fuoco che spesso è mancato ad una squadra con pochi attributi e che anche contro Pesaro, dopo essersi acceso con un primo quarto di grande intensità, è andato a scemare facendo rientrare gli avversari a due tiri pesanti dall'aggancio. Poi nello spogliatoio, è lecito crederlo, Filipovski deve aver fatto sentire le sue ragioni e la squadra ha travolto come un fiume in piena l'avversaria. Chissà se riuscirà a far emergere il carattere che servirebbe a questo gruppo per puntare in alto. Perché l'ennesimo passaggio a vuoto, quello che ha appunto dato vita ad una Pesaro moribonda, è un segnale che deve ancora preoccupare. Roma non è guarita, galleggia ancora con difficoltà ma le due vittorie in campionato possono infonderle nuovo coraggio. Ed essere l'innesco per un futuro migliore. Ma di strada da fare ce ne è ancora molta. Fab. Fab.

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