Lazio per la svolta
Ci sono momenti in un campionato in cui qualcosa cambia di colpo. Se nella stagione della Lazio le batoste con le peggiori conseguenze sono state i due derby persi, il volo delle prime giornate era iniziato da Firenze. È stato all'Artemio Franchi, in quel sabato sera del 18 settembre scorso, che la Lazio, vincendo in rimonta, ha capito per la prima volta di poter essere una buona squadra, e forse anche qualcosa in più. Paradossalmente è di nuovo contro la Fiorentina, ancora alle 18 di un sabato sera, che la Lazio deve riscoprire quanto vale. Alla gara dell'Olimpico i biancocelesti arrivano proprio come all'andata, dopo tre punti in due partite, anche se il clima che si respira oggi a Formello è molto più cupo. «C'è stato un calo - dice Reja - non possiamo negarlo. Dobbiamo ritrovare la compattezza, l'intensità che avevamo prima, anche perché non abbiamo certo dimenticato quanto valiamo e in fondo non abbiamo perso moltissime posizioni in classifica. Se usciamo bene da questo periodo possiamo ancora dire la nostra». Per farlo, però, la Lazio dovrà dimostrarsi più forte di una condizione atletica apparsa approssimativa e anche di quelle circostanze, infortuni e squalifiche, che nel momento cruciale della stagione l'hanno privata di gente come Dias, Rocchi, Zarate. È anche per questo che Reja punterà su una formazione con pochi fronzoli e tanta sostanza, abbandonando i moduli più adoperati e schierando un concreto 4-4-2. Tradotto in nomi, significa che per la prima volta faranno coppia dal primo minuto Floccari e Kozak, mentre Hernanes, ancora lontano da quello ammirato nel girone d'andata, si accomoderà in panchina. A centrocampo, invece, Gonzalez ha battuto la concorrenza di Foggia a destra mentre Mauri agirà sulla sinistra. Buone notizie in difesa, dove Lichtsteiner ha recuperato e presidierà la fascia di competenza. Una scelta, quella di puntare sulle due punte, dovuta anche a una Fiorentina che si presenterà copertissima, con il 4-5-1 disegnato da Mihajlovic proprio per togliere inventiva ai tessitori di gioco biancocelesti. Sorprese in panchina con i recuperi di Matuzalem e Sculli. Per il resto il tecnico friulano ha cercato di scuotere la squadra prima che sia troppo tardi: «Bisogna dare il massimo perché non siamo fenomeni. Anche durante la settimana, perché quello che succede in partita è lo specchio di come ci si comporta in allenamento». Un accenno a Zarate e contemporaneamente un tentativo di responsabilizzare tutta la squadra. Specie ora che gli aiuti dal mercato sembrano terminati: «Potrebbe succedere qualcosa in uscita - ha ammesso il tecnico - ma non credo che arriveranno altri giocatori». Non la punta di peso che aveva chiesto. Non, a questo punto, quello Ziegler che sembrava davvero a un passo.