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La verità in sette giorni

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Roma, sogno americano

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Tre giorni per definire l'offerta, un mese per chiudere la partita: all'inizio di marzo la Roma avrà un nuovo proprietario. Lunedì la prima tappa della volata finale, in cui la mini-cordata di americani guidata da Thomas DiBenedetto parte in netto vantaggio su tutti. Dopo i tre giorni di trattative a New York, ieri mattina sono rientrati in Italia il dirigente di Unicredit Piergiorgio Peluso e gli avvocati Roberto Cappelli e Mauro Baldissoni, quest'ultimo dello studio Tonucci che assiste gli americani. I legali non hanno avuto neanche il tempo di smaltire il fuso orario: l'offerta vincolante per l'acquisto della Roma va preparata e spedita all'advisor Rothschild entro lunedì. La proposta di Di Benedetto e i suoi quattro soci (Richard D'Amore, Arthur Falcone, Michael A. Ruane e Julian Movsesian) è in via di definizione, sulla base degli accordi presi con Unicredit a New York. Gli americani costituiranno una Newco che formulerà poi l'offerta per la Roma. Da qui la smentita da parte della New England Sports Ventures (la società che ha acquistato il Liverpool) di un suo coinvolgimento nell'operazione. Unicredit è pronta ad entrare nel pacchetto azionario del club con una quota di minoranza: proprio il ruolo della banca (quantità di azioni, modalità di finanziamento e poteri all'interno dei nuovi assetti societari) è stato oggetto di trattativa durante le lunghe riunioni negli States. Il piano è pronto e prevede una rivoluzione societaria a tutti i livelli. «La Roma - ha detto Movsesian a Bloomberg - non ha fatto un buon lavoro sul marketing negli ultimi anni e non riesce ad aumentare le vendite». Sul tavolo di Rothschild è attesa anche l'offerta di Giampaolo Angelucci, anche lui a lavoro in queste ore con il suo staff di legali. Sugli eventuali altri concorrenti della gara, compreso il fondo Aabar, tutto tace. Raccolti tutti i documenti, Rothschild li girerà a Italpetroli: sarà la holding, ereditata al 100% da Unicredit dopo gli accordi di luglio, a scegliere l'acquirente con cui iniziare la trattativa privata che porterà alla chiusura dell'operazione all'inizio di marzo dopo una serie di passaggi tecnici (Opa compresa). In sostanza non bisognerà attendere la costituzione della Newco Roma e la parola spetta semplicemente alla banca. E a piazza Cordusio sono sempre più convinti di scegliere l'opzione americana. Politica permettendo... di Alessandro Austini Adesso viene il bello. Cosa c'è di meglio di una bella settimana di passione? Vieni avanti, campionato: tre partite e nove punti in palio pesanti come macigni. Tutto in sette giorni: da domani a domenica prossima passando per mercoledì. Bologna, Brescia e Inter: il treno dei desideri giallorossi passa da qui. Messa da parte per un bel po' la coppa Italia, in attesa (decisioni della Uefa permettendo) dello Shakhtar Donetsk e di riascoltare la musichetta della Champions, il calendario impone una full immersion di campionato mica da ridere. Non uno, non due ma ben tre incontri ravvicinati che sanno tanto di triplo esame di maturità. Le speranze dell'alunna Roma e del professor Ranieri di lotta dura fino alla fine per qualcosa di grande dipendono parecchio da quello che succederà in questa settimana di straordinari. Il turnover, in una simile situazione, può dare una bella mano. Una Roma per Bologna, un'altra per il Brescia e un'altra ancora per la prima visita a domicilio all'Inter leonardiana. Ranieri, insomma, avrà di che sbizzarrirsi. Per domani, intanto, sta pensando al rientro dall'inizio di Juan, più al posto di Mexes che di Burdisso senior, di Taddei, del duo Totti-Borriello in avanti e ad un'altra apparizione di Perrotta (o in alternativa di Simplicio) da trequartista. Gli acciacchi di Brighi, un doloroso indurimento muscolare all'adduttore della coscia destra (ma l'ecofragia di ieri a Trigoria non ha evidenziato lesioni), e Menez, una contusione con relativo ematoma in via di assorbimento al quadricipite della coscia destra che comunque potrebbe anche non proibirgli di far parte dei convocati, sembrano suggerire proprio questo. Il Vucinic di Torino, indiziato di sacrificio a Bologna, no. Stavolta potrebbe ritoccare a Mirko, con Brescia e Inter a qualcun altro. Dura lex, sed lex: buon turnover a tutti. La prima di una serie di settimane di passione si intreccia con la fine del mercato. Da ieri, visto che il Genoa non ha alzato la cornetta e non si è fatto più sentire, lo scambio Doni-Eduardo sembra naufragato. C'è sempre l'ipotesi del colpo di scena dell'ultimo minuto, ma Doni non pare intenzionato ad aspettare ancora. «Resto sicuramente alla Roma».  di Matteo De Santis

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