Sogno Americano
L'America nel destino. Due anni e mezzo dopo la trattativa quasi conclusa con il magnate George Soros, la Roma si avvicina di nuovo agli States. Oggi è un giorno importante per il futuro del club giallorosso. Un giorno non decisivo ma cruciale. A New York, nella sede di una prestigiosa banca d'affari a Park Avenue, è in programma un incontro che può finalmente sbloccare il lungo processo di vendita della società. Ieri pomeriggio da Fiumicino sono partiti il vice direttore e numero 2 di Unicredit, Paolo Fiorentino, e Piergiorgio Peluso, responsabile corporate e investment banking Italia della banca. Al vertice di New York parteciperanno anche Roberto Cappelli, legale di Unicredit con un incarico nel cda della Roma, Mauro Baldissoni della «Tonucci & Partners», ovvero lo studio di avvocati che assiste gli investitori americani interessati all'acquisto del club, e i rappresentanti dei vari advisor coinvolti nell'affare. Chi sono gli aspiranti successori dei Sensi? Un numero ristretto di imprenditori capeggiati da un italo-americano di Boston, con interessi già avviati nel mondo dello sport e collegati al gruppo che lo scorso ottobre ha rilevato il Liverpool: la «New England Sports Ventures», già a capo dei Boston Red Socks di baseball. Massimo riserbo sui nomi, di sicuro non fanno parte della cordata né John Joseph Fisher, né Steven Tisch, due imprenditori statunitensi recentemente accostati alle vicende giallorosse. I personaggi coinvolti nelle trattative sono altri e hanno già avuto modo di esporre le linee guida del loro progetto a Piergiorgio Peluso in un incontro tenuto sempre a New York lo scorso 2 dicembre. Gli americani hanno scelto di muoversi in gran segreto ma non si sono negati qualche viaggio nella Capitale per conoscere da vicino la realtà della Roma: Trigoria e lo stadio Olimpico, dove hanno assistito a più di una partita nell'attuale stagione. Ora è arrivato il momento di scoprire le carte. Il viaggio di Fiorentino e Peluso a New York dimostra la volontà di Unicredit di stringere con gli americani. Questo non significa che gli altri concorrenti siano fuori gioco: lunedì prossimo scade il termine per presentare le offerte vincolanti e il romano Giampaolo Angelucci, per esempio, vuole arrivare fino in fondo. Per questo nelle ultime settimane anche lui ha avuto incontri con le alte sfere di Unicredit. Oggi, però, è il giorno degli americani. Il loro progetto è a lunga scadenza, con l'obiettivo di portare negli anni la Roma ai vertici del calcio europeo. Prevede investimenti mirati, rafforzamento della struttura dirigenziale e rivoluzione del settore merchandising. La costruzione di uno stadio di proprietà è un altro elemento imprenscindibile. Tante idee accattivanti che si scontrano con dei numeri da brividi: il monte ingaggi elevato, il «rosso» di 21,8 milioni nell'ultimo bilancio della Roma e le perdite ulteriori previste per l'esercizio corrente non permettono a nessun potenziale acquirente di offrire la cifra che Unicredit si aspetta per la vendita del club. Si parla di una valutazione della banca di 150 milioni per il pacchetto di maggioranza (il 67%), ai quali va aggiunto l'investimento per l'Opa obbligatoria (che richiederà un mese di tempo) e un'immediata immissione di risorse per ricapitalizzare la società. Il fair play finanziario si avvicina e la Roma deve aggiustare in fretta i suoi conti. Oggi si capirà se l'opzione americana ha possibilità di andare in porto. La «partita» si gioca sul prezzo ma soprattutto sugli accordi riguardanti i nuovi assetti societari: la banca è disposta a mantenere una quota di minoranza e non è escluso l'affiancamento di un partner italiano. «Stiamo lavorando duramente» il commento di Federico Ghizzoni, l'ad di Unicredit che oggi aspetta notizie da Fiorentino e Peluso. Intanto procede parallalamente l'arbitrato tra la banca e la Italpetroli dei Sensi. Ieri il presidente del collegio Cesare Ruperto ha concesso un ulteriore rinvio, in attesa che il complicato riassetto societario della holding, Roma compresa, venga definito. Oggi la Camera Arbitrale presso la Camera di Commercio di Roma comunicherà alle parti quanti mesi durerà la proroga.