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Siamo tutti Nando Mericoni

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«Orraitamericà, orrait... n'annà a destra che c'è er burone 'da maranella!» E il facoltoso americano a bordo della limousine piomba dritto dritto dentro al famigerato burrone di quella che una volta era la periferia romana. Questione di lingua, di slang amatriciano, dove quell'«all right» (tutto a posto) diventa una indicazione stradale mal interpretata: all right, «tutto a destra». Ma se del mitico vigile Otello Celletti, interpretato da un magistrale Alberto Sordi, è rimasto il ricordo indelebile nei cuori dei romani, l'interpretazione del sogno americano è sempre vivo nel folklore popolare. Così, quando si accosta la Roma a un futuro americano, l'eccentrico personaggio torna inevitabilmente alla mente, soprattutto se la nuvola di mistero che avvolge quelli che potrebbero essere i nuovi proprietari, resta impenetrabile fino a ridosso del primo incontro. Ma al popolo romanista poco importa il nome di chi prenderà in mano il futuro del club, quello che conta sono i soldi e i sogni che con essi si potranno realizzare: ammesso che l'affare vada veramente in porto. La spedizione di Unicredit in America è comunque la conferma di quanto più volte detto e scritto: la Roma è un piatto che fa gola a molti e dei plausibili acquirenti ci sono eccome. Chi diceva «ci sono solo i Sensi» sbagliava di grosso, perché dopo l'offerta di Angelucci (che Unicredit ha sul tavolo da un pezzo), spunta anche un'offerta americana. Difficile dire al momento se si chiuderà il cerchio, ma l'interesse c'è: è vero, concreto, perché altrimenti i «capoccioni» della banca di Piazza Cordusio non sarebbero volati a New York per andare a «vedere» di cosa si tratta. A quantificare e far conto di un «progetto» vitale per lo sviluppo futuro della Roma, che toglierebbe dalle mani di Unicredit una bella «patata bollente». Altro che shopping da Abercrombie, Fiorentino & Co. sono piombati nella Grande Mela perché hanno interesse di chiudere in fretta un affare che è andato fin troppo per le lunghe: anche a causa di qualche colpo di pagaia contro. Ma il passato deve rimaner tale e c'è da pensare al futuro di un club pronto per tornare alla ribalta nel calcio che conta. E se i tifosi giallorossi si sono già schierati, pur senza conoscerlo dalla parte dello Zio d'America, forse è perché siamo un po' tutti Nando Mericoni. «Macchero', te me guardi... e io me te magno!».

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