Lazio fuori di testa

Colpita e affondata. Senza attenuanti la Lazio si butta via a Bologna dove la scorsa primavera aveva conquistato una vittoria decisiva nella corsa verso la salvezza. Stavolta, invece, finisce male per colpa delle scelte di Reja, di una difesa stralunata, di alcuni giocatori sull'orlo di una crisi di nervi. E dire che era cominciata benissimo con l'illusorio gol di Floccari, poi solo confusione, tanto Bologna, tre gol sul groppone e le lunghe squalifiche in arrivo per Dias, Zarate e forse Muslera. Insomma, una domenica da dimenticare, una partita insensata, un clima per certi versi esagerato nella «civilissima» Bologna. Eppure, già alla prima decisione discutibile di Rocchi (negato ai rossoblu un rigore su Di Vaio) i tifosi locali sono insorti e hanno cominciato a protestare per qualsiasi cosa. E così il modesto arbitro ha perso la testa finendo per non capirci nulla. Ma di sicuro Rocchi non ha influito sul risultato finale, una legittima vittoria dei padroni di casa che i laziali dovrebbero prendere d'esempio per l'ardore mostrato in campo nonostante i noti problemi societari. Ancora una volta quando in campo c'è da lottare, la Lazio sparisce e anzi si lascia prendere dai nervi. Ma andiamo con ordine. Come detto, rete di Floccari, raddoppio fallito poi una sequela di errori fino al terribile uno-due a cavallo del 35' del primo tempo. Fuorigioco (l'ennesimo) sbagliato di Dias e pari di Ramirez. Solo 120 secondi dopo difesa di belle statuine e Di Vaio segna il raddoppio sul palo di Muslera. Incredibile, pochi minuti per certificare l'inattesa resa laziale che fino a quel momento soffriva ma almeno ripartiva bene in contropiede. A quel punto prima ammissione di colpa di Reja che esclude l'impalpabile Sculli (non era al meglio e aveva preso un colpo dopo la mezz'ora) e inserisce Zarate. L'argentino sbaglia il 2-2 sul finire del primo tempo sparando sul corpo del bravissimo Viviano. Nella ripresa poca Lazio e tanto nervosismo. Ci mette del suo Reja escludendo lo spento Ledesma per Gonzalez. Il regista argentino non stava giocando bene ma si rivela ben presto un errore imperdonabile lasciare la squadra in mano a Brocchi. L'ex milanista in cabina di regia non riesce ad accendere la manovra tanto che Hernanes è costretto a tornare spesso indietro a prendere il pallone. Tant'è, qualche mischia e poco altro col Bologna di Malesani sempre pericoloso in contropiede e una Lazio che si spegne senza sussulti, senza lottare. E questo atteggiamento arrendevole deve preoccupare perché si può anche perdere con questo Bologna, ma senza farsi prendere a pallonate. Nel finale, poi, il disastro è completo. La reazione di Dias dopo un brutto fallo su Ramirez: Gimenez entra in campo e lo colpisce, il brasiliano reagisce con una manata e Rocchi lo espelle (in realtà già nel primo tempo c'erano state gomitate e scontri fisici al limite del regolamento). Lazio in dieci, espulso anche Gimenez dalla panchina, ma conta poco. Il terzo gol di Di Vaio certifica la giornataccia biancoceleste ancora in zona Champions League ma con l'Inter pronta al sorpasso quando recupererà la gara con la Fiorentina. Al fischio finale di Rocchi lo scatto d'ira di Zarate che prima rifila una pallonata a Rubin, poi ingaggia un duello rusticano con mezzo Bologna (Britos e Di Vaio). Solo Muslera accorre in suo soccorso e partecipa al rissone rischiando anche lui la prova televisiva. Sabato c'è la Fiorentina, bisogna ripartire e dimenticare tutto anche se il giudice sportivo potrebbe dare un'altra mazzata al campionato della Lazio.