Fuga dagli stadi

La diserzione continua. La fuga dagli stadi, al di là di qualche fuorviante e illusoria dichiarazione, è un dato di fatto con cui il mondo del pallone deve ormai convivere. Anzi, bisogna studiare qualche necessaria risposta per evitare il crollo totale. L'ultimo esempio è imbarazzante visti i precedenti: solo 40.637 tifosi all'Olimpico per il derby di Roma e si tratta dello specchio del fallimento di un sistema che però ha messo oltre 5 milioni di spettatori davanti alla televisione. Insomma, stadi vuoti ma tanti abbonamenti a Sky e Mediaset che ormai sono i veri finanziatori del campionato di calcio di serie A. I motivi della disaffezione dei tifosi, naturalmente, sono tanti anche se è chiaro che non si può prescindere da quattro elementi che negli ultimi anni hanno avuto un peso enorme su questa emorragia. Innanzitutto il caro dei prezzi, mai diminuiti nonostante gli annunci dei presidenti. «Con l'avvento delle tv si andrà allo stadio gratis» si millantava alla metà degli Anni Novanta. Falso, la Lega Calcio non ha mai dato seguito a quelle proposte che col passare del tempo sono sembrate soltanto propaganda di facciata. Altro elemento deflagrante è stato la Tessera del Tifoso, fortemente voluta da Maroni che si sta rivelando un clamoroso fallimento e c'è già chi ipotizza il ritiro nella prossima stagione. Una schedatura dannosa sulla cui costituzionalità ci sono molti dubbi visto che limita la libertà personale. Per carità, l'intento era lodevole ma, com'è dimostrato, gli incidenti tra opposte tifoserie continuano per colpa dei soliti teppisti violenti. Che andrebbero puniti con pene esemplari ma soprattutto certe, anche se questo è un altro discorso. Di sicuro le limitazioni sulle trasferte oltre che tornelli e varchi prefiltraggio, hanno impigrito ulteriormente i tifosi che ormai devono passare almeno quattro-cinque controlli prima di poter accedere all'interno degli impianti. Ultimi due fattori per provare a spiegare il calo degli spettatori sono l'impatto delle televisioni ma soprattutto stadi fatiscenti e ormai inadeguati ad ospitare il campionato. La partita alle 12.30, imposta dai mercati asiatici, ha dato un altro colpo alle presenze in questo girone d'andata oltre che cambiare le abitudini delle tifoserie di tutta Italia. Ma, in ogni caso, la possibilità di vedere le partite in 3D con una ventina di telecamere posizionate intorno al campo ha spinto molti tifosi a restarsene al caldo della propria casa invece che presentarsi al botteghino dello stadio. Ci vuole qualche iniziativa importante per rivitalizzare il sistema a cominciare dalla costruzione di nuovi impianti polifunzionali peraltro già presenti in tutta Europa. Ma la legge sugli stadi giace in Parlamento in attesa dello sblocco definitivo dopo l'approvazione in Commissione. E l'emorragia di presenze non si ferma.