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Reja bacchetta Zarate

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Lazio in gol nel derby (foto Gmt)

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La Lazio perde il quarto derby consecutivo ed esce dalla Coppa Italia. Per il tecnico Reja, al terzo ko contro Ranieri, la Roma sta diventando un insuperabile tabù: in carriera non ha mai vinto contro i giallorossi. In casa Lazio non c'è troppa voglia di parlare, anche se a fine partita la squadra raccoglie l'applauso del proprio pubblico che ha riconosciuto ai giocatori il merito di aver profuso un grande impegno. «Purtroppo la sconfitta con la Roma sta diventando una costante. Noi meritavamo miglior sorte per quello che abbiamo fatto vedere in campo, arrivavamo sempre prima sul pallone, siamo stati più reattivi di loro». È stata una bella Lazio, ma non è bastato. L'inserimento in avvio di ripresa di Vucinic e Menez ha dato una nuova spinta ai giallorossi. «Menez ci ha creato problemi. Sarebbe servita più determinazione, noi ce l'abbiamo messa tutta, abbiamo avuto molte opportunità ma non siamo riusciti a metterla dentro.   Tutti hanno fatto il massimo, andando ben oltre la sufficienza. Nel primo tempo li abbiamo messi sotto, loro avevano difficoltà a fraseggiare, sarebbe servita più determinazione in fase di finalizzazione. Mi interessava ritrovare questo spirito, questa aggressività, questa determinazione. Sono soddisfatto del rendimento della mia squadra, non del risultato. Mi dispiace per i nostri tifosi, e per i miei giocatori che ritengono la sconfitta ingiusta. Erano delusi, ed è normale che lo siano visto l'andamento della partita. Ma da domani avremo delle sicurezze, la squadra nelle ultime gare era titubante, da oggi tutti crederemo un po' di più nelle nostre possibilità. Zarate? Ha grandi qualità, ha la convinzione di saltare sempre l'uomo, ma il calcio si gioca in undici. Se non comincia a giocare con la squadra è chiaro che dovrò prendere provvedimenti. Lo scorso anno l'ho visto come giocava e l'ho messo da parte: ci siamo salvati con Rocchi e Floccari. Così non va bene».   Il tecnico va giù duro, sembra una bocciatura. Definitiva. Poi tocca all'arbitro Bergonzi. «Il rigore di Lichtsteiner? È questione di centimetri, aveva le braccia alzate. Ma la Roma ha sempre episodi a favore. Juan era ultimo uomo sul rigore, andava cacciato, eppure è stato solo ammonito: come succede, le cose vanno sempre da una parte, a noi queste cose non capitano mai».  

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