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Anno nuovo, tempo di buoni propositi per Luca Pancalli, numero uno del Comitato Italiano Paralimpico, già proiettato verso Londra 2012 Presidente, quali sono i suoi buoni propositi per il 2011? «Diciamo che a Babbo Natale ho chiesto finalmente di portarmi sotto l'albero per l'anno nuovo l'inizio dei lavori del Tre Fontane. Ormai è diventata una storia infinita, nella quale mi sono sempre un po' vergognato da cittadino, più che come presidente del Cip. Dal 23 febbraio 2006, data dell'assegnazione dell'area, i tempi che sono stati necessari sono tempi dettati solamente dal rispetto delle norme delle procedure. Mi auguro si possa finalmente iniziare. Il 14 dicembre abbiamo siglato il contratto con la ditta che ha vinto il bando di gara europeo e noi siamo pronti. In realtà siamo già partiti, nel senso che abbiamo bonificato e realizzato la messa in sicurezza dell'area facendo la recinzione. Ma sono emersi, a seguito di una serie di rapporti con il Comune tra gli uffici tecnici e la mia segreteria, alcuni ostacoli di carattere tecnico-burocratico. Gli uffici del Comune si sono impegnati a risolverli velocemente». L'ha appena definita una storia infinita. Che cosa l'amareggia di più? «Quello che mi amareggia è aver compreso che in questo paese, nel momento in cui si ha la buona volontà di voler fare qualcosa che non arricchisce nessuno, perché io non rappresento un gruppo privato ma un'istituzione riconosciuta dallo Stato e vigilata dal Consiglio dei Ministri oltre che dal Coni, si incontrano difficoltà a livello operativo che francamente ignoravo. Oggi ho la consapevolezza che occorrono percorsi agevolati per iniziative di questo tipo che rappresentano un elemento di positività per tutto il Paese». Londra 2012 è la prossima sfida paralimpica: da quali discipline si aspetta molto? «Mi aspetto molto dal ciclismo, dalla scherma, perché è una di quelle discipline che non ha mai tradito il grande appuntamento sportivo. Tantissimo dal nuoto, che oggi ha un bel gruppo di giovani, con atleti dalle grandissime potenzialità come Cecilia Camellini, straordinaria nuotatrice, già nota alle cronache sportive paralimpiche. Tra l'altro tornano a Londra i disabili mentali nel mondo dei Giochi Paralimpici e poi la speranza è che si qualifichi il basket in carrozzina». E dal punto di vista meno «sportivo»? «Un'altra cosa che ho chiesto a Babbo Natale è che si ripeta la grande attenzione dei media per questo appuntamento. La comunicazione ci ha aiutati moltissimo, Vancouver è stato importante sì per le sette medaglie, ma soprattutto perché ha rappresentato lo sdoganamento dell'atleta paralimpico, da atleta disabile a protagonista dello sport italiano. Questo era il mio personalissimo obiettivo come Luca Pancalli. Da Londra, dal punto di vista della comunicazione, mi aspetto ancora di più. Ringrazio Giovanni Bruno, Eugenio De Paoli e Sandro Fioravanti, perché quello che hanno fatto per il nostro movimento è stato straordinario. Il comitato organizzatore delle Olimpiadi di Londra è lo stesso comitato delle Paralimpiadi 2012. Non ci sono più due organizzazioni separate, ma un'unica grande famiglia dello sport internazionale, che sta organizzando un unico grande evento che si chiama Olimpiade e Paralimpiade. Questo mi regala la consapevolezza che i media anche italiani sapranno rispondere con ancora più attenzione. E poi c'è un'ultima cosa che mi aspetto». Quale? «Quella che il Governo mi risolva il problema del finanziamento del Comitato Paralimpico che dovevamo avere. Ho totale fiducia nel sottosegretario Letta, nei sottosegretari Rocco Crimi e Luigi Casero e sono stato rassicurato del fatto che ciò avverrà prossimamente in sede di conversione milleproroghe. Questo darebbe un po' di serenità al Comitato Paralimpico».

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