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Facciamo subito una premessa.

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InserireTotti a tempo scaduto è una decisione incomprensibile e impopolare. Così come ai tifosi romanisti non convincono del tutto le spiegazioni sull'assenza prolungata di Pizarro o sulla panchina di De Rossi. Ma questo basta per gettare la croce addosso a Ranieri? Diamo atto a questo allenatore di aver lavorato nelle peggiori condizioni possibili. Ha preso una squadra lo scorso anno che annaspava, veniva da un periodo esaltante con Spalletti, praticava un gioco divertente, ma era un ciclo finito. Avrebbe avuto bisogno di rinforzi veri, di ricambi, di innesti giovani e costosi. Impossibile. Eppure Ranieri un mezzo miracolo l'ha fatto. E l'ha fatto con una pattuglia di vecchi guerrieri, con una società ormai rottamata. E nell'impossibilità di programmare un futuro. Ereditando delle anomalie che con una presidenza forte possono essere gestite, non più in una situazione di transizione. Parliamo proprio di Totti. È il miglior giocatore nella storia della Roma. Questo non si discute. Inoltre è romano, un simbolo per una tifoseria. Ma questo giustifica che debba essere anche interpellato nella scelta di un nuovo allenatore? È possibile che ogni sua sostituzione debba diventare un caso? Un suo mancato utilizzo uno scandalo? E gli altri professionisti dovrebbero sempre accettare di avere un compagno di squadra tanto diverso e così potente? Un allenatore, che paga sempre quando la squadra non va, non ha il diritto e il dovere di compiere le scelte che ritiene migliori? Tanto se sbaglia è lui che va a casa. Ranieri ha un torto: quello di trattare tutti nello stesso modo. Di cercare di ottere il massimo da un gruppo. Di cercare di far sentire tutti uguali, tutti utili. Di cercare di rompere le gerarchie dettate forse da una società che ormai non c'è più a difenderle avendo avuto da tempo lo sfratto esecutivo. Ranieri è il solo punto di riferimento, senza la sua energia e grinta avremmo un esercito di campioni, ma non una squadra. Tutti a pensare a se stessi e al domani con questa o con un'altra compagine. Lui difende la Roma e i colori giallorossi, con prefessionalità ed esperienza, ma anche con il cuore di un romano e di un romanista. Discutiamo anche le sue scelte, alcune non condivisibili forse, ma ai nuovi azionisti della società porterà in dote una Roma competitiva. Da migliorare, ma non da rifondare.

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