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Il mistero di Simona

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Laprocura di Costanza, piccola città tedesca al confine con la Svizzera, ha deciso di prendere tempo prima di comunicare i risultati dell'autopsia ordinata sul corpo della giovane saltatrice altoatesina, colpita giovedì scorso da un improvviso malore. E così, per ora, il mistero resta inspiegabile. «Simona era un'atleta pura - ha commentato commossa Lidia Bernardi, presidente dello Sci Club Gardena cui apparteneva Simona - non ha mai mostrato anomalie fisiche, è sempre stata bene». Nessuno riesce a capire cosa sia accaduto alla 17enne giovedì mattina, quando dopo aver fatto una doccia si è accasciata nel bagno dell'hotel di Schonach, dove alloggiava insieme alla squadra di salto in vista di una gara. «Mercoledì sera Simona stava poco bene - ha proseguito la Bernardi - aveva la febbre. La mattina seguente è andata in bagno e non è tornata: una compagna l'ha trovata sdraiata per terra, l'hanno rianimata e portata in ospedale, ma era rimasta incosciente per tre quarti d'ora (e non pochi minuti come inizialmente ipotizzato, ndr). Secondo i medici tedeschi, la sua morte assomiglia a quella che colpisce i bambini nei primi mesi di vita». La gara di Continental Cup tedesca si è comunque disputata. L'allenatore delle azzurre Fabian Ebenhoch ha lasciato libere le proprie atlete. Alcune, tra cui la compagna di stanza Veronica Gianmoena, hanno deciso di tornare in Italia. Altre, invece, hanno sfogato il dolore sul trampolino e dedicato i risultati ottenuti (tra cui il 7° posto di Evelyn Insam, «sorella di salto» di Simona) alla 17enne altoatesina. «Siamo impotenti davanti a una tragica fatalità», ha dichiarato alla fine il tecnico dello sci nordico Romed Moroder. I genitori di Simona, giunti venerdì sera in Germania, hanno deciso di donare gli organi della figlia. Ora, prima di fissare la data dei funerali, vogliono capire perché il cuore di una 17enne ha smesso all'improvviso di battere.

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