Ma perché il più discusso è sempre lui?
Sisono arrangiati per anni, i romanisti, nonostante molti invocassero l'arrivo di una punta pesante, invece Francesco Totti faceva dimenticare tutto, con i suoi gol, ma anche con gli assist magicamente regalati agli incursori del centrocampo e perfino della terza linea. Dunque dei grilli di allora tutti potevano dirsi contenti, salvo pochi irriducibili che proponevano nomi inquietanti, tipo Riganò o lungagnoni dello stesso, scarso, livello tecnico. Sono infine arrivati i giorni dei tordi: per Ranieri l'attacco giallorosso presenta interrogativi quotidiani, il potenziale della squadra accentrato nel reparto più avanzato. La nota più allarmante è che nel settore più attrezzato, qualcuno ha cercato di includere perfino chi non aveva titoli per proporsi, magari per dimostrare al popolo bue che anche senza senza la breccola di un euro si potevano mettere a segno colpi a sensazione. Gli inevitabili impacci legati al ritorno dal Brasile del «fu Imperatore» hanno almeno evitato che la partita con il Catania fosse avvilita da ulteriori comparsate, però disagi e relativi malumori stentano a scomparire. Era sufficiente, giovedì sera, uno sguardo alla faccia di Vucinic, del tutto inadeguata la doppietta messa a segno per restituire serenità a un grande campione che si era sentito emarginato. Eppure Mirko aveva, nelle stagioni in giallorosso, segnato gol di straordinario peso, garantendo vittorie significative anche in Europa, detiene un ruolino significativo per quanto riguarda il girone di ritorno, quando il suo tasso di produzione aumenta, stagione dopo stagione. Personalmente lo ritengo il più completo tra gli avanti della Roma, almeno fino a quando Totti dovrà affrontare collaudi e adattamenti poco graditi, ma al montenegrino non è perdonato il minimo errore, dal tifo ma anche da buona parte dell'informazione romana, forse non è abbastanza ruffiano. Certo, le scelte del tecnico sono complicate: ha messo a tacere i mugugni di Mirko, annunciandone con largo anticipo l'impiego da titolare a Marassi, ora dovrà far fronte ad altri dualismi. Con un Borriello che timbra puntuale il cartellino, sembra che al sacrificio sia destinato uno fra Totti e Menez, sarebbe comunque un'esclusione dolorosa, ma quattro attaccanti la Roma attuale non sembra in grado di permetterseli. L'inverno dell'altrui scontento sembra non avere fine.