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Derby: gli allenatori di Lazio e Roma Edy Reja e Claudio Ranieri

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Non un terremoto, secondo un insistito clichè relativo alla ripresa dopo panettoni e spumante, ma qualche botto fragoroso il giovedì dell'Epifania lo ha prodotto. La calza più ricca di regali pregiati l'ha trovata sul camino il Milan, campione d'inverno con una giornata di anticipo sull'ultimo turno, in programma domenica. A Cagliari, è andato a vincere una partita che per lunghi tratti lo aveva visto in difficoltà: secondo previsioni, del resto, con Allegri costretto a schierare una formazione mutilata, per la squalifica di Ibra, un centrocampo senza Pirlo, Boateng e Flamini, infine per il forfait di Nesta. Ha avuto coraggio e faccia tosta, il tecnico toscano, nell'affidarsi ai diciottenni, ha avuto anche fortuna quando i cambi nel finale hanno prodotto l'assist di Cassano e il bel gol di Strasser, che ha confessato i suoi problemi per interpretare le parole del nuovo compagno, lui parla tre lingue ma non il barese. E così la capolista ha potuto godersi senza affanni l'esordio del vecchio amico Leonardo sulla panchina dell'Inter, magari accompagnandolo con un tifo interessato, a San Siro saliva infatti uno dei più immediati inseguitori del Milan. Mazzarri paga il goffo tentativo di imitare Mourinho, non è all'altezza. E deve arrendersi, il Napoli, l'Inter cambia volto e soprattutto umore, gioca un gran secondo tempo, domina i rivali, protagonista Thiago Motta, doppietta per lui, adesso la classifica è cortissima alle spalle del Milan, la Capitale resta in corsa con le sue due armate, a contatto con il vertice, domenica prova del fuoco per la sola Roma, a Marassi con la Samp per il brunch-match. A cinque lunghezze, seconda da sola, è rimasta la Lazio, che però ha superato con dignità l'ennesimo esame di laurea stagionale, un punto sul campo del Genoa non è certo un risultato negativo, anche perché il pari ha premiato una partita giocata decisamente bene nel primo. Nella ripresa ha pesato la non perfetta condizione, effetto comune per molte squadre chiamate al lavoro dopo una sosta prolungata e appesantita da qualche proposta enogastronomica poco adatta ad atleti professionisti. Muslera, che negli ultimi tempi aveva dovuto fronteggiare qualche critica ingenerosa, come era accaduto per il gol di Krasic, stavolta è stato l'eroe positivo. La classifica resta altamente gratificante, anche perché domenica arriva all'Olimpico il Lecce, che ha appena regalato la prima vittoria esterna al Bari: decisivo il gol del nuovo arrivato Okaka, che a Roma non avrebbe comunque fatto peggio di qualche bluff strapagato. Quarto posto, migliore posizione stagionale, per la Roma che entra in zona Champions, scavalcando la Juventus, protagonista in negativo della più vistosa sorpresa della giornata. Al Delle Alpi, sfortuna e follia hanno contribuito in uguale misura alla disperazione di Delneri: presto fuori Quagliarella per un serio infortunio, presto fuori Felipe Melo, i cui buoni propositi sono andati per l'ennesima volta in fumo, inevitabile rosso per una scarpata in faccia più stupida che violenta. E così ha dilagato il Parma, mettendo a nudo i problemi difensivi che la Juve sembrava avere superato e che si sono riproposti impietosamente, anche perché l'apostolo Legrottaglie non è Bonucci. Per tornare alla Roma, giusto celebrare una vittoria di larga dimensione su un Catania protagonista di una prova molto apprezzabile, ma è inevitabile porsi interrogativi su scelte e correzioni in corsa: se si indovina a gioco lungo è chiaro che prima era stato commesso qualche peccato di valutazione. Due gol di Borriello, non è una novità, due gol di Vucinic più un grande assist per Totti, ricambiato: ma Mirko ha segnato, il capitano no, pur avendo giocato una buona partita. Due gol subiti e tanti rischi corsi nel primo tempo confermano come Mexes e Juan siano due ottimi difensori, ma non una coppia di difesa, reparto che non può fare a meno della regia di Burdisso. Diciamo anche che la Roma ha ormai diritto a un posto tra le grandi nella scala arbitrale, della famosa sudditanza psicologica è rimasto vittima il Catania, sviste clamorose sul secondo e sul terzo gol romanista. Tutto sommato, è andata bene. Decisiva la presenza di Adriano: in tribuna.

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