Brasiliani diversi
«Per giocare nella Lazio occorrono tre parametri: economici, tecnici e umani». È il mantra del presidente Lotito che, apparentemente, poco si adatta all'identikit di un giocatore brasiliano. Le cronache narrano di tesissimi team manager che, all'uscita dell'aeroporto, attendono frementi il ritorno dalla patria dei loro fenomeni verdeoro dopo i periodi di vacanza, sperando di riabbracciarli in orario e, magari, senza tantissimi chili di troppo. Genio e sregolatezza, si dirà. Il giusto prezzo da pagare per vedere in campo dribbling, doppi passi e quant'altro. Eppure nella Lazio 2010/11 giocano in pianta stabile tre brasiliani. Lotito ha cambiato linea? Non proprio. Semplicemente, ha scovato nella terra della samba tre fuoriclasse che all'estro hanno unito la professionalità. Hernanes, Dias e Matuzalem hanno stupito l'entourage biancoceleste quando hanno comunicato l'intenzione di non tornare oltreoceano per le feste. La prima pietra l'ha scagliata il Profeta, desideroso di accelerare l'ambientamento nel calcio italiano. Una «sfida» raccolta dai due compagni che hanno deciso a loro volta di restare all'ombra del Colosseo per le feste complice l'amicizia che li lega fuori dal campo. Se è vero che l'esito di una stagione dipende anche dall'armonia nello spogliatoio, i segnali sono positivi. Altro luogo comune sui brasiliani: hanno muscoli fragili. Un problema dovuto a una certa insofferenza all'allenamento. Anche in questo caso, però, il caso laziale è un'eccezione. Hernanes ha giocato una sessantina di partite nell'anno solare senza problemi. Dias è uno degli stakanovisti stagionali: l'unico, assieme a Muslera, a non aver saltato neanche un minuto in campionato. Matuzalem, infine, aveva sì accusato problemi muscolari anche all'inizio di questa stagione. Ma, complice una tabella di allenamento specifica, sembra averli definitivamente superati, trovando una continuità in campo che, con la maglia biancoceleste, non aveva mai avuto prima. Il suo record di presenze è di 18 partite nel 2009/10. Quest'anno, quando ne mancano ancora due al giro di boa, è già a quota 11. Spinto da questi tre esempi e dalle intuizioni di Dias sempre più «vice ds» della Lazio, Lotito sta per chiudere con quello che potrebbe essere il quarto brasiliano biancoceleste. Il laterale Fabio Santos, infatti, sarebbe ormai vicinissimo alla firma e andrebbe a sanare quella falla apertasi sulla fascia sinistra a causa della latitanza di Garrido. Di Santos si dice che in Patria non sia amatissimo proprio perché meno predisposto alla samba e più disciplinato tatticamente. Proprio quello che servirebbe a una squadra europea. Intanto il nucleo argentino, forse vedendo minacciata la storica leadership in biancoceleste, ieri si è ripresentato a Formello in perfetto orario. Insomma, è scattata una sorta di concorrenza in termini di professionalità che alla Lazio non può che fare piacere. In attesa che, con i possibili arrivi di Santa Cruz a giorni e di Miranda a giugno, il nucleo sudamericano cresca sempre di più.