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Regina senza coppe

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Claudio Ranieri in Roma Basilea (foto GMT)

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Tanti punti, zero titoli. Il 2010 della Roma è di difficile definizione. Stupendo o crudele? Entusiasmante o triste? Ognuno la può vedere a modo proprio. Chi ragiona con i numeri non può far altro che applaudire la cavalcata giallorossa. Nessuno ha fatto più punti nell'anno solare: 81, frutto di 24 vittorie, 9 pareggi e 5 sconfitte. Nell'era dei tre punti soltanto Spalletti ha fatto meglio raggiungendo quota 86 nel 2006. Ma l'impresa di Ranieri non si è tradotta in riconoscimenti da mettere in bella mostra nella bacheca: dei tre trofei possibili non ne è entrato neanche uno. Tutta «colpa» dell'Inter. Lo scudetto, che da sogno si era trasformato in realtà grazie a una rimonta fantastica, se n'è andato via in una notte, quando la Sampdoria ha preso il posto del Lecce negli incubi romanisti. Quel maledetto 25 aprile ha mandato in testacoda il 2010 di Totti & Co., che poi si sono dovuti inchinare ai nerazzurri nella finale di coppa Italia all'Olimpico. Lo stesso è successo ad agosto in Supercoppa: Roma in vantaggio, l'Inter pareggia, sorpassa e vince. Tre partite che hanno cancellato dagli almanacchi tutto il bello che è stato costruito in un anno comunque indimenticabile. Rianimato il «paziente» negli ultimi mesi del 2009, Ranieri lo ha rimesso in pista. Da Torino a Firenze la sua Roma ha vinto ovunque, ha superato ostacoli che sembravano insormontabili come lo scontro diretto con l'Inter e il derby più teso di sempre fino a diventare capolista. Messa da parte (volutamente?) l'Europa League, i giallorossi non hanno più perso una partita fino alla beffa del 25 aprile. Sono stati sei mesi praticamente perfetti, con Vucinic trascinatore a suon di gol, Julio Sergio supereroe, Pizarro direttore d'orchestra, Burdisso leader carismatico, Juan finalmente integro e Totti uscito fuori alla distanza. Lo stesso gruppo, con l'aggiunta di Borriello, Adriano e Simplicio, si è ritrovato in questa stagione con l'ingrato ruolo di prima alternativa all'Inter. Ma l'autunno giallorosso è stato un remake di quello precedente: sconfitte, veleni, allenatore in bilico e squadra senza stimoli. Poi la Roma è riuscita un'altra volta a rimettersi in piedi. Da Brescia, secondo Ranieri, è cambiato qualcosa e il finale di anno ha permesso di guardare al 2011 con un po' di fiducia: un altro derby vinto, gli ottavi di Champions messi in cassaforte grazie all'impresa sul Bayern e la distanza dalla vetta ridotta a sette punti con il botto di fine anno a San Siro. I protagonisti sono cambiati: Menez e Borriello hanno preso il posto di Totti e Vucinic, Mexes di Burdisso e Doni di Julio Sergio. Adesso ci vorrebbe un titolo al posto di un record.

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