Pizarro io me ne andrei
Il ministro del centrocampo è pronto a lasciare la sua poltrona. David Pizarro è atteso oggi a Trigoria, di ritorno dalle vacanze trascorse a Valparaiso in Cile, dove un giorno vorrebbe diventare ministro dello sport. Intanto torna in Italia (sicuri che torna?) con un'idea fissa in testa: chiedere alla Roma di essere ceduto. Una naturale conseguenza di quanto accaduto negli ultimi mesi. La scorsa estate qualcosa ha iniziato a rompersi nel rapporto tra il club giallorosso e il cileno che fa parte di quei giocatori per nulla felici di guadagnare meno dei nuovi arrivati. Nicolas Burdisso, Borriello e Adriano sono balzati subito ai primi posti della classifica dei guadagni di Trigoria. Pizarro, invece, è il «primo panchinaro» nella formazione dei più ricchi: ben undici giocatori hanno un ingaggio più alto del suo. Non solo gli ultimi arrivati, ma anche i «rincalzi» Doni, Baptista e Cicinho. A ottobre 2009 il cileno ha firmato il rinnovo fino al 2013, a cifre decisamente più basse rispetto ai brasiliani di scorta: 3,2 milioni di euro lordi contro i 4,5 di Baptista, per esempio. Ma se un anno fa si è accontentato, dopo aver visto piovere milioni nelle tasche dei nuovi acquisti, ha chiesto spiegazioni. Pizarro si aspettava maggiore riconoscenza per quanto ha dato tanto alla Roma nei suoi 4 anni e mezzo di militanza giallorossa. Sia agli ordini del «maestro» Spalletti, sia nella scorsa stagione con Ranieri. Poi il rapporto con l'allenatore romano si è complicato. Nei giorni più «caldi» della crisi di inizio campionato, Pizarro è stato sempre uno dei più duri con Ranieri quando è stato chiamato ad intervenire. Si narra di confronti ad altissima voce anche con qualche dirigente. La svolta tattica verso il rombo ha fatto il resto: con questo sistema di gioco la convivenza con De Rossi è complicata. Ranieri non la pensa esattamente così, eppure ha dato sempre meno spazio al Peq. Che poi si è infortunato e ha spinto più del dovuto per non perdersi il derby. Ha accettato di sottoporsi a un'infiltrazione pur di giocare contro la Lazio ma Ranieri lo ha tenuto per 90 minuti in panchina. Quel giorno tra i due è calato il grande gelo. «Non c'è nessun caso Pizarro» ha tuonato l'allenatore nell'ormai celebre litigata in diretta tv con i giornalisti di Sky. «Sta recuperando dall'infortunio e mi ha chiesto un rientro graduale» l'ulteriore spiegazione del tecnico. Ma nessuno si sorprenderà a Trigoria quando Pizarro chiederà di partire. I dirigenti se lo aspettano e provano a giocare d'anticipo. «È uno dei giocatori più importanti della nostra storia dopo Falcao» dice il ds Pradè. «Il centrocampista cileno - si legge in un comunicato pubblicato ieri con inedita solerzia sul sito del club giallorosso - non è da ritenersi oggetto di eventuali trattative di mercato». Vero. Perché il Peq vuole andarsene ma non ha offerte concrete tra le mani. Il Genoa non può accontentarlo sul lato economico, in passato si è mosso il Napoli, adesso potrebbe riaffacciarsi lo Zenit. Se chiama Spalletti, Pizarro non potrà dire di no. E la Roma?