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Calcio-soubrette un binomio inscindibile

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Offronoqualche vantaggio, al giorno d'oggi, l'avvenenza e la disponibilità di autentiche legioni di belle fanciulle, le cui immagini fotografiche escludono in partenza il sia pur minimo sospetto di sorprese. La medaglia offre naturalmente anche l'immancabile rovescio: l'irruzione dei cellulari nega, o almeno limita fortemente, il ricorso a quelle «spiritose invenzioni» che agevolavano la sopravvivenza dei rapporti sentimentali, legalizzati o meno che fossero. Quell'odiosa innovazione ti fa, come si dice, beccare come un tordo quando tenti di farti credere lontano da luoghi non del tutto innocenti e comunque estranei al menage familiare. Così che il mondo del calcio deve arredersi all'invadenza dei paparazzi e rendere pubblico qualche flirt, senza problemi eccessivi visto che le separazioni hanno scadenze quasi altrettanto frenetiche. Un po' birichini, i calciatori lo sono sempre stati, ma in passato ogni avventura prevedeva rischi calcolati e sofisticate strategie, chi ha frequentato i ritiri delle vigilie sa quanti trucchi fossero messi in atto, anche in chiave azzurra, per le brevi fughe notturne arricchite dal fascino del proibito. Non c'era la stessa assiduità del gossip, per cui la relazione tra un campione e un'artista dello spettacolo poteva passare quasi inosservata. Come avvenne, alla fine degli Anni Quaranta, per la love story tra Arangelovich e Luisa Poselli. Lui era un ingegnere jugoslavo, che la Roma aveva prelevato dal campo profughi di Cinecittà: grande tecnica, tiro potente, non grande mobilità, ma quanto bastava per risultare il miglior marcatore giallorosso di quella stagione. Lei splendida soubrette della compagnia di rivista di Billi e Riva, oggi i rotocalchi avrebbero costruito un romanzo, allora un confortevole riserbo e qualche ragionevole invidia. Ben altra portata avrebbero avuto, nella Roma, le imprese di Renato, brasiliano di enorme talento con un piccolo difetto: andare a dormire alle due di notte e, per timore del buio retaggio dell'infanzia, mai da solo. Da ricordare anche le invenzioni dei laziali, che pretesero il ritiro dopo la partita domenicale, per dedicare il lunedì al ritorno in famiglia. Teoricamente un più sereno recupero delle energie, in pratica qualche dubbio sulla quiete dell'albergo era lecito sollevarlo. Qualche vicenda avrebbe esaltato la creatività del Boccaccio. Venne fuori uno scandalo, con tanto di squalifiche e penalità, dalla visita del fisioterapista di una squadra veneta, in Sicilia, alla moglie di un giocatore, un ex, trasferito dal Nord. Avrebbe dovuto essere in ritiro, quell'attaccante sudamericano, consentendo il rinnovo di vecchie effusioni, invece tornò a casa senza preavviso. Non trovò altre scuse, il masseur, se non l'intenzione di trovare un illecito accordo sul risultato. Chi fa più caso a quel tipo di romantiche corna?

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