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Il flop di Carolina

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Questo2010 che sta per concludersi (per fortuna) non è stato tra i più facili per il cigno del pattinaggio italiano. È stato l'anno dei sogni infranti e delle resurrezioni del ghiaccio azzurro: prima la promessa degli Europei di Tallinn, poi il tonfo a Vancouver, quindi l'anonimato dei Mondiali di Torino. Un 2010 durissimo per la fatina gardanese che dall'alto del trono europeo non ha saputo reggere la pressione olimpica ed è saltata soprattutto di testa. In tanti si sono chiesti se Carolina possa ancora indossare la corona, se sia ancora quella regina capace di mettersi in tasca le medaglie più preziose in una manciata di anni. Carolina è capace di risorgere dalle sue stesse ceneri, come ha fatto al Grand Prix di Pechino qualche settimana fa, conquistando un argento importante tanto per la carriera quanto per l'anima e mettendo, appena qualche giorno dopo, in cassaforte lo scudetto dei Campionati Italiani. Un anno strano questo, per certi versi terribile, cominciato nell'olimpo degli dei del ghiaccio continentale, precipitato nell'inferno degli errori e delle cadute e di nuovo rinato nel silenzio. Questa è Carolina Kostner, che per la sua ennessima rinascita ha scelto di tornare a casa e ripartire dal vecchio allenatore e dai programmi di una volta. Ha messo in un cassetto quell'America fatta di tanta tecnica e poca espressività che ha rischiato di soffocarla in un vortice di ansia da prestazione e ha tirato fuori, di nuovo, quello che sa fare meglio: danzare con la musica e sulla musica, scivolare sul ghiaccio come se stesse semplicemente volando. Questa è l'Italia del pattinaggio, quella che da anni vola con l'altoatesina che un po', forse, rispecchia le debolezze e assieme la fierezza di questo Paese. Tremante sulle gambe, eppure felice solo sui pattini. A Carolina in questo «annus horribilis» va però riconosciuto un merito, quello di non aver mollato mai. Proprio lei che poteva scomparire dalla scena mentre stampa e federazione smettevano di credere nelle sue possibilità, proprio lei che ha scelto, ogni volta, di dimostrare quello che sa fare, agli altri e a se stessa. E' la sua maniera per ritrovare il sorriso, forse la sola che abbia imparato in questi suoi 23 anni. E adesso Berna l'attende e con lei ci sono tutte le speranze azzurre di averla finalmente ritrovata.

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