Il fattore «Olympia»
Ilcalcio, sebbene in pochi lo ammettano, è il regno degli scaramantici. Così, quando l'aquila Olympia ha posato per la prima volta le sue zampe sul trespolo al centro del prato dell'Olimpico, tutti i presenti, oltre a essere restati estasiati dallo spettacolo del suo volo, si sono chiesti se fosse vero quello che raccontavano da Lisbona. Che, cioè, ogni qualvolta il rapace completava i tre giri canonici, la squadra di casa non perdeva. Stupide superstizioni, si dirà. Può darsi, ma l'unica volta in cui l'aquila non ha potuto esibirsi - nel derby per discutibili motivi di ordine pubblico - la Lazio è uscita sconfitta. Olympia è arrivata a Roma prima della partita col Milan, quarta giornata di campionato. L'idea della società, importata proprio dal Benfica di Lisbona, voleva essere un tentativo di riavvicinare un pubblico che, con l'attuale dirigenza, non aveva mai legato in maniera particolare. L'esperimento, che ha dovuto superare curiose perplessità da parte di barricaderi animalisti, ha sortito un effetto molto superiore alle attese. Tra i tifosi biancocelesti e la mascotte vivente è stato amore a prima vista. I sostenitori hanno votato in massa per sceglierne il nome. I giocatori, dopo qualche timore e l'imbarazzo iniziale nel vedere un ospite inatteso a Formello, hanno eletto Olympia a esempio da seguire. La squadra ha cominciato a volare in campionato e, da Ledesma a Hernanes per arrivare a Floccari, l'esultanza più gettonata dopo un gol è stata proprio quella «ad ali spiegate». La presenza dell'aquila sulla nave dove la squadra si è scambiata gli auguri di Natale è l'ennesima dimostrazione di quanto ormai la Lazio e il suo simbolo vivente siano due elementi inscindibili. Per la società, peraltro, il 2010 non ha significato solo l'arrivo di Olympia. Il 25 gennaio ha visto la luce la prima rivista ufficiale della storia biancoceleste, a gennaio toccherà a radio e tv. Col sostegno dei risultati, potrebbe essere arrivato il momento di sotterrare l'ascia di guerra tra Lotito e tifosi. Car. Sol.