Ora Borriello si è preso il suo ruolo
Chidi sicuro troverà sollievo dal cambio di data è Francesco Totti, che questi dodici mesi ha dovuto trascinarseli come un incubo. Non avrebbe mai pensato di chiuderli, come conclusione di un evento agonistico, seduto in panchina a seguire le evoluzioni goffe e imbarazzanti di un ex giocatore che il tecnico gli aveva preferito, infliggendogli la più crudele delle umiliazioni. Perché una cosa a dover contendere una maglia a stelle di prima grandezza, dunque la stessa statura del capitano, come Mirko Vucinic e Marco Borriello, altro è lasciare strada a un fantasma. Chiaro che l'attuale potenziale offensivo della Roma prevede scelte difficili, una gestione che Ranieri deve portare avanti con sapienza, ma anche nel rispetto della storia e della psicologia. Nulla di tutto questo è avvenuto, dunque è inevitabile che un giocatore che è stato, e rimane, il numero uno della Roma di tutti i tempi, fosse un tantinello incazzato. Sono partito dalle vicende più attuali, perché sono forse quelle più significative per stilare il bilancio di un anno tutto in negativo per Francesco Totti, che tanti momenti brutti aveva dovuto affrontare, anche nel finale della stagione scorsa, quella che la Roma avrebbe dovuto considerare esaltante e che ha prodotto «zero tituli», rendendo impietosa la definizione cara a Josè Mourinho. Prima cocente delusione, il campionato perso per un punto con l'inatteso passo falso interno contro la Samp. Sfortuna, è vero, però è doveroso riconoscere che nel corso della stagione la Roma ne aveva avuti a raffica, di aiuti, da una sorte amica. Si dice che nel calcio tutto si compensa, anche se questo assunto era stato contraddetto per troppi anni, quando più della fortuna contavano i magheggi. Malumore accentuato dalla finale della Coppa Italia, consegnata allo «Special One» di fronte al popolo romanista. Con tanto di perdita dell'immagine, per il capitano, per quel plateale calcione a Balotelli, duramente censurato anche al di fuori dell'ambito calcistico. Ma il gusto del gol, quello era rimasto, nessuno dubitava che Francesco si sarebbe ripreso il suo ruolo di finalizzatore, che altri record avrebbe infranto con cifre significative. Poi è intervenuto il mercato, sempre che questo termine si ritenga adeguato per la Roma a caccia di regalini, spesso con trappola inclusa. L'occasione l'ha offerta il Milan, liberando Borriello e accettando una sorta di mutuo per il pagamento, l'attaccante napoletano si è preso la scena e soprattutto i gol; quelli che, da prima punta sia pure anomala, Totti aveva puntualmente firmato nelle stagioni precedenti. L'umore di Francesco è sprofondato, la buona volontà non sufficiente per interpretare la nuova posizione, perfino esasperata la ricerca della rete, nessuno gli ha concesso tempi di adattamento. La speranza è che l'anno nuovo possa portare uno spiraglio di sereno: il popolo giallorosso non è intenzionato a rinunciare a quel faro che ha illuminato una storia.