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Uno sfogo improvviso, inaspettato.

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Ilsuo bersaglio non è la società, bensì i giocatori che non accettano le scelte e l'ambiente che crea polemiche ad arte. Ad accendere la miccia due episodi. I fischi dello stadio al momento dell'ingresso di Kozak per Zarate e l'iniziale rifiuto di Gonzalez di entrare in campo a due minuti dalla fine. «È inaccettabile sentire uno stadio che ti fischia per contestare un cambio. Non volevo bocciare Zarate, ma mi serviva più peso in attacco», tuona l'allenatore. «In questa squadra - continua - non ci sono fenomeni, e io devo fare delle scelte. I giocatori devono accettarle altrimenti si corre il rischio che come l'anno scorso qui crolli tutto. Questi malumori vanno condannati e deve intervenire la società». «Anche voi giornalisti - conclude - ogni volta che faccio la formazione state subito a puntualizzare chi non gioca. Così non va bene, c'è chi è scontento e chi non vuole entrare. Se non vi sto bene chiamate pure il presidente Lotito e io me ne posso anche tornare in Friuli». Parole decisamente poco «natalizie» che hanno fatto passare in secondo piano quanto detto poco prima dal tecnico a Sky, quando Reja aveva ammesso che, con la situazione di classifica della Lazio, seconda a -3 dalla vetta, «qualche operazione sul mercato dev'essere fatta». Come dire: è un campionato strano, non lasciamoci sfuggire l'opportunità. «Ma se qualcuno deve arrivare - ha puntualizzato l'allenatore - che sia un rinforzo di qualità. L'ho già detto a Lotito e Tare, altrimenti mi tengo quelli che ho». Il primo arrivo potrebbe essere proprio Hugo Almeida, che ieri in Germania davano vicinissimo alla Lazio. L'assalto decisivo sarà sferrato nei primi di gennaio. Car. Sol.

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