di GIANFRANCO GIUBILO «Sempre pernici, sempre pernici».

Intendevadimostrargli, il Sovrano, che l'abitudine induce alla noia anche per le cose più appetibili: e si riferiva, lui, alla Regina, per giustificare le scappatelle addebitategli dall'alto prelato. Se non sono pernici, neanche lo spezzatino presume lunga e paziente sopportazione, in campionato ci è stato imbandito in tutte le salse, da febbraio diventa manicaretto da cucina internazionale, visto che anche la Champions League spalmerà i suoi ottavi di finale in due settimane, ognuna delle quali dedicata a quattro partite, due di martedì e altrettante di mercoledì. Non risultano apprezzabili novità per quanto riguarda l'Europa dei poveri, che all'avvicinarsi della primavera vedrà finalmente una selezione di «appena» trentadue squadre, una bella cura dimagrante per un torneo che si era avviato ai primi di luglio con i preliminari. Qualcuno ha perfidamente osservato che, con il gol di Cavani in pieno recupero, è stata sfatata la leggenda della fortuna del Napoli negli ultimi istanti: adesso, infatti, il suo cammino in campionato sarà notevolmente appesantito dall'impaccio della coppetta. Mazzarri ha esultato, infiammando il San Paolo, forse in cuor suo qualche moccolo lo ha tirato giù, quando ha visto la palla in rete. Diciamo pure che lo sosterrà l'orgoglio di guidare la sola superstite italiana nell'avventura della League. Già oggi conoscerà la sua rivale nei sedicesimi, dopo che le urne di Nyon avranno sbrigato la pratica fondamentale, il sorteggio per la fase a eliminazione diretta della Champions, che coinvolge invece tre nostre formazioni, purtroppo tutte puntualmente relegate in seconda fascia. Discorso accettabile per il Milan, che nel suo girone aveva avuto in sorte il Real Madrid, mentre l'Inter qualche rimpianto se lo deve concedere, visto che il Tottenham non era il più arcigno dei possibili rivali. E la Roma, baciata dalla sorte al momento della composizione dei gironi, ha perfino stentato a centrare la qualificazione, nonostante perfino il Bayern potesse essere considerato alla sua portata. E dunque il calcio italiano vivrà con particolare apprensione la cerimonia che oggi in Svizzera disegnerà il tabellone degli ottavi di finale, in partenza il 15 e 16 di febbraio, prima porzione, poi il 22 e 23, secondo piatto. Queste partite di andata, le nostre le giocheranno in casa, viaggeranno per il ritorno, in marzo. Delle grandi favorite della vigilia, a parte l'Inter detentrice del trofeo, è rimasto fuori dalla prima fascia il solo Arsenal, ma il panorama si annuncia, per i nostri alfieri, allarmante, se non proprio agghiacciante. Va chiarito che la Roma potrà schivare il Bayern, il Milan il Real Madrid, infine l'Inter il Tottenham, questa non è una consolazione. Per giallorossi e nerazzurri si prospettano quattro ipotesi tremende, potranno trovare i colossi spagnoli, Barcellona e Real, ma anche quelli inglesi, Chelsea e Manchester United, sta un po' meglio il Milan che almeno si risparmierà Mourinho e Cristiano Ronaldo. Le aspirazioni sono le stesse per tutti, una manina felice che possa destinare ai nostri bravi ragazzi, milanesi o romani, una delle tre superstiti abbordabili, in ordine di preferenza lo Shakhtar di Mircea Lucescu, il Tottenham di Gareth Bale, lo Schalke 04 di Felix Magath, tre alternative per Roma e Milan, due soltanto per l'Inter, che agli inglesi meno illustri ha già dato. Che la sorte ci sia lieve.