L'amaro arriva in coda
Forsegià si può parlare del primo, autentico tentativo di fuga. Chiaro e forte, il messaggio che alle rivali più immediate aveva lanciato il Milan prima di andare a godersi un pranzo serio per dimenticare l'ibrido pasto del prepartita. A Bologna, contro una formazione che, almeno nella fase di avvio, aveva confermato la buona predisposizione alla base dei risultati recenti, la capolista ha trasmesso certezze ai suoi tifosi e sensazioni poco confortanti alle inseguitrici. Ha giocato con autorità, con personalità, con felice disposizione tattica, come se Allegri avesse trasferito a Milano le belle intuizioni delle stagioni in Sardegna. Ma non va dimenticato il ruolo di Ibra, che sa fare di tutto e non ha bisogno di giocare vicino alla porta avversaria per inventare giocate geniali, dagli assist al gol, e perfino qualche recupero difensivo importante. Sabato prossimo attenderà al Meazza la Roma, che ha giocato al minimo sindacale contro un Bari mutilato, confortando almeno la classifica, anche se la vetta rimane a dieci punti. Si sarebbe parlato, in altri tempi, di scontro-scudetto, in riferimento alla sfida di sabato sera. Ma in questo momento, purtroppo, la Roma non sembra della stessa levatura rispetto ad altri frequentatori delle zone privilegiate della classifica. Nella Capitale, per altro, non mancano mai le sirene pronte a imbonire il popolo del tifo, a convincerlo che programmi e mercato siano stati genialmente gestiti. Partita mediocre, grandi protagonisti Menez e Juan, al di là delle occasioni create dal francese e dal risolutivo sigillo del brasiliano. Ci si domanda, certo, che fine abbia fatto quel centrocampo con Taddei, Pizarro, De Rossi e Perrotta, gli infortuni non spiegano la nuova identità di un reparto poco convincente e restio a creare gioco. Proprio nella spiegazione sull'esclusione di Pizarro, Ranieri ha reagito maluccio alle domande forse un po' troppo insistite di Sconcerti e Mauro, un nervosismo che tradisce l'immagine abituale di serenità e garbo del tecnico romano. Tra i reali problemi attuali, non si può ignorare che la Roma difficilmente può prescindere dal miglior Totti, purtroppo il capitano stenta a ritrovare vena felice, senso del gol (vedi rigore sbagliato) e soprattutto umore meno cupo. Ad attenuare ulteriormente il già modesto livello estetico della partita, un arbitraggio non molto ispirato. Romeo da Verona, forse turbato da qualche gossip riguardante Giulietta, non ne ha indovinata una, un paio di cortesi omaggi per la Roma, uno per il Bari in occasione del gol fraudolentemente scippato a Borriello, alla fine tutti inviperiti. Un umore che ha contagiato il popolo romanista quando, dopo la gara, la dottoressa Rosella Sensi ha proclamato in toni molto accesi la sua certezza che Adriano resterà a Roma. Mai una buona notizia! Gianfranco Giubilo