Sotto processo dopo un risultato positivo
LaRoma non trova pace neanche quando potrebbe celebrare il primo obiettivo stagionale raggiunto. Invece il dopo-Cluj ha lo stesso sapore delle sconfitte più amare. Il litigio tra Totti e Burdisso di mercoledì sera, iniziato in campo, proseguito nel tunnel passando davanti alle telecamere e i giornalisti e concluso dentro lo spogliatoio è solo l'ultimo segnale evidente di un gruppo sull'orlo di una crisi di nervi. Giocatori uniti tra loro (spesso contro l'allenatore) e improvvisamente divisi in campo: in tre mesi è successo di tutto. Dal monologo di Ranieri in sala stampa alla vigilia del Bologna, passando per le ribellioni di Totti a Monaco e durante la partita con l'Inter, quando lo stesso Adriano si rifiutò di entrare in campo, fino ai contrasti tra Borriello e l'allenatore a Napoli e con i compagni durante e dopo la sfida di Palermo, le sfuriate di Pizarro, i musi lunghi di Vucinic senza dimenticare il durissimo confronto tra il tecnico e la squadra dopo il tonfo interno con il Basilea. Ormai si è perso il conto dei casi che hanno segnato la stagione giallorossa. Per convincersi che a Trigoria regni ancora l'armonia non basta sentire Totti ripetere a mente fredda che «con Burdisso è tutto chiarito, abbiamo parlato anche in albergo. Non è vero che gli ho detto lecchino di m... Portatemi davanti chi dice questo». Al di là dei dettagli dei litigi, la situazione è fuori controllo: non proprio il miglior biglietto da visita per una squadra in vendita. Nella notte di mercoledì Ranieri si è confrontato con Montali per studiare le contromosse e ieri, al ritorno della comitiva nella Capitale, il centro sportivo sembrava di nuovo un'aula di tribunale, con il tecnico (che sembra aver ritrovato la voce...) nei panni degli accusatori e i giocatori ad ascoltare. «D'ora in poi ci saranno nuove regole, chi sbaglia paga - il messaggi trasmesso alla squadra - è ora di finirla con questi atteggiamenti». Anche nel controllo degli infortuni ci sarà più rigore. «Verificheremo pure i mal di schiena» la minaccia dietro la quale si nasconde un grave sospetto: qualcuno si sta «chiamando fuori». Ma ormai a Trigoria non si capisce più chi comandi. La presidenza della Sensi è agli sgoccioli, l'allenatore è in scadenza di contratto, molti dirigenti sentono vicino il momento dei saluti, gran parte dei giocatori sono scontenti. E tra loro ci sono i pezzi più importanti della squadra: Totti, De Rossi, Vucinic, Borriello, Pizarro Mexes, per motivi diversi, non vivono giorni tranquilli. Poi ci sono gli «emarginati»: Doni, Cicinho, Baptista, Adriano, Antunes, Loria, gente utilizzata poco o nulla e che non può certo portare armonia nello spogliatoio. Qualcuno andrà via a gennaio, altri a giugno, in attesa della svolta più importante.