La Juve non molla

Mezzora per dimenticare la tempesta polacca e l'eliminazione dall'Europa League. Poi, una Juventus devastante: Catania battuto 3-1, un altro gol di Quagliarella non visto e comunque le distanze dal Milan che restano inalterate. I bianconeri fanno quello che devono e davvero «rischiano» di essere l'alternativa più credibile ai rossoneri per la caccia al tricolore. Cinquanta secondi e Morimoto già mette in difficoltà Sorensen, che lo tocca appena dentro l'area: l'arbitro soprassiede, ma è il segnale che il Catania intende spingere subito sull'acceleratore. Biagianti tira un missile dai venti metri un paio di minuti dopo, Gomez è un furetto difficile da limitare e devono passare alcuni minuti prima che la Juve prenda le misure alla furia catanese. Anzi: Ledesma fa sibilare il pallone alla sinistra di Storari quando ancora non si sono giocati dieci minuti e Del Neri ha di che sbraitare per dare compattezza ai suoi. Aquilani è impreciso, Krasic (soprattutto) e Pepe non sfondano mai né aiutano più di tanto la costruzione della manovra con il risultato che Iaquinta e Quagliarella appaiono isolati. Tutto l'opposto il Catania: squadra corta e compatta, pronta a ripartire e a gettarsi negli spazi. In venti minuti, la Signora non produce quasi nulla e, anzi, sbaglia tutto lo sbagliabile: appoggi di due metri, stop, cambi di gioco e via di questo passo. Ledesma sfiora ancora il gol, poi è finalmente Aquilani a scagliare un tiro verso la porta di Andujar a cavallo della mezzora. Con il ritmo inevitabilmente più lento, la Juve trova però pian piano modo di costruire qualcosa. E quando il Catania sbaglia un fuorigioco, arriva il vantaggio, magari non meritato ma pulito: Iaquinta da destra taglia un pallone sul lato opposto dove la conclusione di destro di Pepe non lascia scampo ad Andujar. Potrebbe essere l'inizio immediato di una nuova serata per la Signora, invece passano pochi secondi e il Catania pareggia: Martinho è imprendibile a sinistra, il suo cross mette in ambasce la difesa e Morimoto – giapponesino tascabile – strozza un sinistro che finisce comunque alle spalle di Storari. Le ruggini polacche paiono però svanire in un attimo: Krasic da destra serve Quagliarella, tiro al volo e palla che colpisce la traversa e batte al di là della linea. D'Amato e i suoi assistenti però non se ne accorgono, ma nulla possono quando Iaquinta – ancora da destra – serve lo scatenato Quagliarella il cui sinistro stavolta si insacca sul palo lontano. Si va così al riposo sul 2-1 per la Juve, sonnolenta nella prima mezzora e devastante negli ultimi quindici minuti. Passata la buriana, la squadra di Del Neri comincia con buon piglio anche la ripresa: Krasic si rende pericoloso un paio di volte, ma è ancora Quagliarella a mettere un sigillo rubando palla sulla trequarti e piazzando poi la palla all'incrocio dei pali con una conclusione dai venti metri. Splendido lui e tre punti in saccoccia per Juve, nonostante la buona prova del Catania, sconfitto in casa per la prima volta in tutto il 2010.