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Tifosi italiani contro lo stop

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Peril secondo giorno consecutivo il presidente federale Giancarlo Abete ha incontrato il numero uno della Lega di serie A Maurizio Beretta (accompagnato dal consigliere Lotito) e ha provato ad ammorbidire la posizione dei club nella speranza di riaprire il dialogo con il sindacato. La firma del nuovo contratto collettivo resta però distante. Il compito di mediazione di Abete, del resto, è molto complicato. Lega e Associazione calciatori non vogliono rinunciare alle rispettive priorità, soprattutto sulla questione dei fuori rosa: le società vorrebbero formalizzare la prassi degli allenamenti differenziati, il sindacato teme la legittimazione di nuovi casi di emarginazione (ciò che avvenne a Goran Pandev lo scorso anno). Cosa accadrà? Nel parere espresso venerdì scorso, l'Alta Corte di giustizia sportiva del Coni ha ammesso la possibilità di arrivare a un commissariamento della Lega. La decisione spetta ad Abete, e può essere presa solo in caso di «gravi violazioni» dell'organo dei club: violazioni per ora inesistenti. «Il nostro obiettivo è scongiurare lo sciopero – ha spiegato il presidente federale – con qualunque mezzo, ma dobbiamo fare in fretta». Come dire: nulla è escluso. Ma prima di arrivare all'extrema ratio del commissario (contro il quale, tra l'altro, la Lega potrebbe opporsi ricorrendo al Tar), si proverà ancora a far incontrare le parti. Abete sta dunque cercando di trasmettere alle parti il sentimento diffuso nel popolo del calcio, dimostrato ieri da alcuni striscioni apparsi a Parma e Genova («Né con i giocatori né con la Lega, ma sciopera chi ha zero diritto, non mille agevolazioni»): arrovellarsi ora è controproducente, meglio un accordo transitorio. All'interno della Lega (oggi nuovo incontro Abete-Beretta) qualcuno è d'accordo. Altri meno, come il presidente Lotito: «Noi vogliamo trattare, l'Assocalciatori no».

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