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Matteo De Santis Un film già visto.

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Comeaccadde, nello scorso campionato, a Cagliari, Napoli e Livorno. La Roma perde punti ma non il vizio di premere spesso e volentieri il tasto dell'autodistruzione. Stavolta anche per colpa di un campo balordo, in condizioni pietose e pieno di trabocchetti. «Era impossibile gestire la gara con un terreno così - ha spiegato Ranieri - sembrava un campo da beach soccer. Sono felice che nessuno si sia fatto male». La Roma se lo è fatto, in maniera metaforica, da una rimessa laterale: «Sono cose che non dovrebbero succedere. Si vedeva solo la riga del campo da rugby, non quella del fallo laterale. Ce ne siamo accorti solo io, che gridavo a Taddei di indietreggiare, e il quarto uomo». Un campo che ha condizionato anche l'espulsione di De Rossi e la formazione iniziale. «Daniele ha sbagliato, non doveva fare quel tipo di entrata. Essendo il capitano, rischia una squalifica importante. Con un simile terreno di gioco mi è sembrato giusto mettere dall'inizio Adriano. Sabato ho fatto un po' di pretattica, si era allenato bene durante la settimana e ha fatto molto bene fino a quando ha avuto forza e continuità». Il campo di patate del Bentegodi, a sentire Julio Sergio, ha influito anche sul gol di Moscardelli: «La palla mi è rimbalzata male, ma io dovevo fare meglio». Non sono mancate le lamentele dirigenziali. «Il campo è messo veramente male», aveva detto prima della partita il ds Pradè. Dopo, a fine gara, Tempestilli ha rincarato la dose: «Nel 2010 non si possono accettare queste cose. A Verona c'era già successo ai tempi di Capello».

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