Il fondo è azzurro
Esecondo Fulvio Scola. La squadra italiana di sci di fondo ha dato una straordinaria dimostrazione di forza nelle gare sprint a tecnica libera di Coppa del Mondo disputate a Düsseldorf. Il bilancio è straordinario, appunto, e resta anche un po' di rammarico per la piazza d'onore conquistata da Scola, battuto nel finale in spaccata dopo avere a lungo guidato la gara. Ad aprire le danze era stata la Follis, capace di approfittare al meglio dell'assenza della dominatrice stagionale Marit Bjoergen per mettersi alle spalle tutte le avversarie. Non solo fortuna, però, perché la 33enne azzurra è già salita sul podio tre volte da inizio stagione tra gare individuali e staffette. La Follis si è così presentata in finale senza soffrire nei turni precedenti e ha condotto con sicurezza le danze fino a tagliare il traguardo a braccia alzate davanti a Kikkan Randall e Vesna Fabian: settimo successo in gare individuali nella coppa del mondo e terzo posto consolidato nella classifica delle fondiste italiane plurivincitrici dietro Stefania Belmondo e Manuela Di Centa. In classifica generale la Bjoergen mantiene il comando con 440 punti: la Follis sale al quarto posto con 284 e conquista il pettorale di leader della specialità davanti alla Randall (130 punti contro 80). «Sembra io non abbia faticato, in realtà ho corso ogni manche al limite, dando tutto quello che avevo in corpo - ha spiegato alla fine - Mi sono accorta che c'era un tratto di pista dove recuperavo molto terreno sulle avversarie: grazie a sci davvero ottimi, sono sempre stata in controllo della situazione». Quanto a Scola, 28enne finanziere bellunese fino a ieri mai oltre l'ottavo posto in una gara di coppa, ha accarezzato fino a pochi metri dal traguardo il sogno del primo trionfo con una prova superba: nella salita di metà tracciato ha preso addirittura qualche metro di vantaggio nei confronti della concorrenza, purtroppo rosicchiato proprio in vista del traguardo da parte di Joensson che, in spaccata, lo ha preceduto di pochi centimetri. «Non ci credo ancora - ha raccontato lui - è stata una cosa esagerata. Ho pensato di vincere fino a dieci metri dalla fine, durante l'ultimo giro pensavo che era troppo bello essere in testa. Quando Joensson mi ha rimontato ho avuto anche un gesto di stizza, ma alla fine devo essere contento perché mi ha battuto un grande campione. Sulla spaccata lui è arrivato fortissimo, mentre io avevo ormai dato tutto. È una giornata che non dimenticherò mai». L'importante è che non rimanga l'exploit di un giorno: altre occasioni non mancheranno.