Lazio, attacco spuntato
Altro che linea Maginot, siamo vicini al catenaccio visto cinquant'anni fa. Giampaolo gode, incassa un punto importante per il suo Catania ma sacrifica lo spettacolo presentando una squadra votata solo alla difesa. E perdipiù, grazie a un arbitro accondiscendente, il modesto Gava di Conegliano, rispolvera un repertorio antico, fatto di fallacci, perdite di tempo, vergognose sceneggiate con giocatori che sembrano morti in campo e poi resuscitano in pochi secondi. Quindi, complimenti a Giampaolo ma i venticinquemila tifosi presenti all'Olimpico non ringraziano per il brutto spettacolo offerto. Per carità, la banda di Reja doveva fare di più, ma il fine giustifica i mezzi e dunque il Catania torna a casa felice e contento. Tant'è, la Lazio va avanti adagio, cinque punti nelle ultime cinque gare senza dare più quella sensazione di brillantezza di un mese fa. Gioca un buon primo tempo, va sotto per un gol contestato di Silvestre su angolo, pareggia nel recupero con Hernanes, poi prova a perforare il bunker siciliano per tutto il secondo tempo ma non c'è niente da fare. L'attacco è spuntato, l'arbitro Gava agevola il compito dei centraloni di Giampaolo, consente continue perdite di tempo e allora esce un altro pari per Reja. E sono due le occasioni sciupate dopo la gara non vinta a Parma, ecco quella contro il Catania. E all'orizzonte c'è il doppio impegno con Inter e Juventus che ha il sapore di un esame fondamentale per il futuro. L'azione simbolo della sfida al 94' minuto, Lazio all'assalto, Hernanes prova il guizzo in area, viene steso con un intervento perlomeno sospetto ma Gava fa spallucce. A quel punto parte il contropiede del Catania e solo per casualità Gomez sbaglia il facile appoggio per Antenucci con i siciliani in schiacciante superiorità numerica. Il fischio finale dell'arbitro chiude i giochi tra le proteste dello stadio per le cervellotiche decisioni di Gava che confermano la sfortuna attuale con gli arbitri. Non è un caso se finora Zarate & Co. hanno avuto un solo rigore a favore in 14 gare tanto per confermare che non è aria per gli attaccanti biancocelesti. Dove finiscono gli errori di Gava, cominciano quelli della Lazio. Spuntata in attacco, troppo lenta a centrocampo, la banda di Reja ha faticato tantissimo a bucare la difesa catanese. Meglio nel primo tempo, peggio nella ripresa dove gli spazi si sono chiusi ancora di più dopo le sostituzioni conservative di Giampaolo che al sesto ha sostituito Llama e Mascara, i suoi due giocatori più offensivi con Izco e Martinho. Tutti dietro la linea del pallone i siciliani, solo Zarate tornato sulla fascia destra ha provato ad accendere la partita. Senza riuscirci nonostante i cambi di Reja che ha inserito Matuzalem, Foggia e Rocchi senza trovare lo spiraglio giusto. E così non resta che iscrivere questa gara nel libro dei rimpianti. Non c'è tempo nemmeno per leccarsi le ferite per quest'altra frenata che bisogna pensare all'Inter, tornata grande giusto in tempo per affrontare la Lazio. Che dovrà essere ben diversa da quella di ieri se vuole fare punti contro i campioni d'Italia seppure in formazione rabberciata.