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Enigma Capitale.

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Dauna parte la Lazio partita fortissimo, andata addirittura in fuga in avvio di stagione, ma che poi ha dovuto fare i conti con il rientro delle «grandi»: più o meno sempre le stesse. Resta in attivo di bilancio una difesa coriacea (la migliore del campionato assieme Inter e Chievo), l'apporto non indifferente del volatile Olympia e una ritrovata unità d'intenti. Inspiegabile, rosa alla mano, la poca efficacia di un attacco che invece avrebbe tutti i numeri per ben figurare. Dall'altra una Roma che ha fatto un percorso diametralmente opposto, partita come ormai di routine malissimo, ha poi imbeccato una striscia positiva che aveva fatto pensare in grande i suoi tifosi. Almeno fino al capitombolo di Palermo che ha notevolmente ridimensionato un gruppo instabile, che continua a patire alcune incongruenze tattiche, soffrire per dualismi tutt'altro che risolti e a interrogarsi per un futuro societario ancora appeso a un filo. Per non parlare del tabù trasferta. Altro che tabù, una vera e propria tragedia: due soli punti raccolti fin qui lontano dall'Olimpico. Così non si va da nessuna parte. Tiz

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