Roma dicci chi sei

La partita della verità. Lo dice la classifica, lo riconosce Ranieri. Stasera a Palermo la Roma capirà tante cose sulla sua stagione: un passo falso farebbe perdere le tracce del Milan, una vittoria ridurrebbe a cinque le lunghezze dalla capolista e darebbe ragione a chi ha ricominciato a pensare in grande. Il tecnico giallorosso avrebbe voluto giocarsela con più carte in mano. Alle assenze scontate di Burdisso (squalificato), Taddei, Perrotta e Okaka ieri si sono aggiunti i forfait di Vucinic (caviglia), Adriano (virus gastro-intestinale) e Greco (ginocchio). Ranieri può ancora schierare un undici di tutto rispetto, con Menez dietro Totti e Borriello, ma dovrà portare in panchina tre terzini, un difensore centrale e solo Brighi e Baptista come alternative per centrocampo e attacco. A meno che, in extremis, non decida di tenersi Menez in panchina. Difficile. Ranieri vuole usare subito le sue armi migliori, perché «questa partita - spiega - ci dirà come stiamo. L'euforia c'è e sarebbe impossibile il contrario dopo la vittoria sul Bayern, ma c'è l'euforia positiva che ti fa rendere al massimo e quella negativa che ti fa montare la testa. Al di la del risultato, è la prestazione che voglio vedere». Insomma, un pareggio su uno dei campi più difficili non lo butterebbe via. Ma trovare proprio stasera la prima vittoria esterna in campionato avrebbe tutto un altro sapore. «Non vedo problemi sotto questo aspetto. Certe cose capitano, ci sono momenti così, ma non piangiamoci addosso». L'allenatore annuncia che «Pizarro giocherà, finora non l'ho schierato perché non aveva i novanta minuti nelle gambe». E ora dove lo mette? Al centro del rombo, con De Rossi costretto a decentrarsi e Simplicio intermedio a destra. Gli fanno notare che il brasiliano è una sorta di portafortuna e Ranieri sta al gioco. «È suggestiva l'ipotesi di Simplicio come amuleto. Il suo apporto è stato notevole ma non è un giocatore che cambia una squadra». La note dolente della vigilia è Vucinic. È infortunato, non avrebbe comunque giocato dall'inizio e così aumenta il suo malumore. «Io lo vedo sempre allegro - ribatte il tecnico - ride scherza come sempre. Noi stiamo creando una rosa di prima scelta, se qualche campione non accetta certe situazioni credo che verrebbe a parlare prima con me e poi con la società. Comunque avrei preferito avere tutti a disposizione a Palermo». La sfida Menez-Pastore lo affascina. «Sono due talenti naturali, inutile dire chi è più forte. L'argentino segna di più, Jeremy sta lavorando su questo». Da oggi in poi i suoi gol servono come il pane.