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Le romane non sfruttano gli scivoloni

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Epassi per le esecuzioni di due bomber di lusso come Miccoli e Ilicic, ma il terzo capovolgimento di fronte lo conduce Bovo e lo conclude Nocerino. Spesso bello Menez, ma poco produttivo, Pastore invece è elegante e anche concreto, i giovani di Delio Rossi fanno spavento, sono loro a spezzare l'equilibrio. Soltanto in negativo il ritorno di Pizarro, un suo regalo il primo gol, ma soprattutto la posizione defila De Rossi, riportandolo a mediocre presenza dopo gli squilli delle ultime giornate. L'ingresso di Cicinho e Baptista è simbolica bandiera bianca, il primo gol su azione di Totti vale quanto il due di coppe quando briscola è denari. Ridimensionati i sogni romanisti, ma un minimo di realismo avrebbe consigliato accenti meno entusiastici sulla rimonta, questa non è una squadra di vertice. La Lazio rinsalda la sua seconda posizione a meno tre dalla vetta, però non riesce a sfruttare al meglio il turno casalingo. Non ne fa un dramma Edy Reja, al solito lucidissimo nella sua analisi, ricordando che in pieno recupero il Catania ha sciupato una clamorosa opportunità di portare via i tre punti dall'Olimpico. Complimenti al collega Giampaolo, maestro nel rendere inefficaci le offensive avversarie. Ci saranno anche atteggiamenti poco gradevoli, come le perdite di tempo reiterate, però nessuno può pretendere che una squadra di mezza classifica, priva del suo giocatore più rappresentativo, si preoccupi di divertire gli avversari e il loro tifo. Meglio sottolineare gli aspetti positivi di questo pareggio interno: su tutti, l'interpretazione esemplare di un primo tempo dominato, la Lazio in questo momento è la squadra che esprime il gioco migliore, dopo il Milan non a caso solitario capofila. Maggiore equilibrio nella ripresa, quando hanno pagato l'attuale leggera flessione due giocatori fondamentali come Ledesma e Mauri, che molto avevano speso fin qui. Detto dell'Inter, che prima di pranzo aveva dato il via alla festiva abbuffata di gol, regalando perfino una tripletta a Stankovic (ma venerdì dovrà visitare casa Lazio), il tonfo più fragoroso, tra i votati alla rincorsa, lo produce il Napoli, fatto a pezzi dall'ingrato figlio Totò di Natale. Hamsik, in omaggio alla sua raccapricciante acconciatura, esibisce follie a raffica: gollonzo propiziato su corner, grandissimo destro a riaprire la gara, rigore parato dallo specialista Handanovic.

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