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Fabrizio Fabbri Da ieri c'è un bel cartello appeso sullo spogliatoio della Lottomatica Roma con su scritto, a caratteri cubitali, crisi.

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Nonbasta la possibilità che giovedì prossimo, in caso di successo su Charleroi, la Virtus possa mettere quasi in cassaforte l'accesso alle Top 16 dell'Eurolega perché le prospettive con cui questa squadra s'è approcciata alla stagione erano altre. Rimangono le giustificazioni per i continui infortuni, ultimi quello di Giachetti durante l'allenamento di venerdì (se ne saprà di più domani) e di Gigli, out contro i lombardi anche lui con un ginocchio dolorante. Ma continuare a parlare solo di questo distoglierebbe l'attenzione da problemi che la vittoria di Bamberg non ha risolto. L'assenza di un leader capace di sostituirsi a Smith nelle serate di magra si somma alle evidenti carenze in regia che rendono Roma una squadra assolutamente prevedibile. Non possono bastare a consolare Boniciolli l'ennesima prova tutta energia di Djedovic, i costanti progressi di un Datome che meriterebbe certo di vedere accrescere il suo minutaggio e la scintillante prestazione, questa si una vera notizia, di un Traore che ha dominato le due aree. Ma i 20 punti e i 7 rimbalzi del francesone poco hanno potuto contro una squadra bilanciata, allenata magistralmente da Mahoric, che ha tenuto botta nei primi 20', chiusi sulla parità a quota 38, per allungare poi nel fase decisiva. Cremona ha avuto dalla sua i due americani che da fuoriclasse si sono comportati. 18 punti per Rowland (7-9 al tiro impreziositi da 5 rimbalzi e 3 assist) e 19 per Foster. Ma ridurre solo ai due colored il merito del successo vorrebbe dire togliere i meriti a un gruppo che gioca una bella pallacanestro, pratica, dove ogni interprete può ritagliarsi momenti di gloria, come le prove di Formenti e D'Ercole dimostrano. Poche parole da parte romana alla fine. «C'è delusione e amarezza – dice Boniciolli - per questa sconfitta. Era prevedibile che avremmo avuto poca energia dopo Bamberg ma l'impressione è che ci siano dei vuoti di energia insipegabili. Ho detto ai giocatori di guardarsi dentro per capire cosa non è andato come faccio io». Laconico il commento di Tanjevic. «Pazienza, ci vuole pazienza».

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