Lazio, prova di forza
C'erano una volta le sette sorelle, uno dei momenti più esaltanti del nostro calcio, con i migliori calciatori del mondo che calcavano i campi della serie A e le squadre italiane che facevano incetta di trofei continentali. Lazio e Parma recitarono un ruolo di prim'ordine. Il «derby del latte», tra la Parmalat di Tanzi e la Centrale del Latte di Cragnotti, era la sfida tra due società forse meno blasonate delle rivali ma ugualmente ambiziose, due club «amici» tra i quali non si contavano gli scambi di giocatori, da Veron a Crespo per arrivare a Fuser. Da allora è passata tanta acqua sotto i ponti, il Parma ha conosciuto l'onta della B, la Lazio ci è andata vicina nella scorsa stagione. Ma adesso le prospettive volgono nuovamente al sereno, con i ducali che possono vantare una rinnovata solidità societaria grazie a Ghirardi e la Lazio che, complice la grande paura, già l'anno scorso ha posto le basi per il miracolo di questo campionato. Così Parma-Lazio, che si disputerà oggi alle 15 al Tardini, è tornata a rappresentare una sfida dai contenuti tecnici importanti, al di là di una classifica che al momento vede i biancocelesti nelle zone nobili e i romagnoli a inseguire dopo un inizio stentato. «Ma se guardiamo le ultime quattro partite - avverte Reja - loro hanno perso solo una volta. Nelle ultime due, tra l'altro, hanno fatto bottino pieno giocando anche un buon calcio». Una sfida da prendere con le molle, quindi, in cui il tecnico biancoceleste avrà a disposizione l'intera rosa dopo una settimana in cui, di volta in volta, avevano destato preoccupazione le condizioni di Brocchi, Radu, Mauri e Dias. Alla fine il tecnico schiererà la formazione tipo, con l'unica eccezione di Ledesma che, dopo l'impegno infrasettimanale con l'Italia di Prandelli, andrà in panchina per fare spazio a un Matuzalem che, nei 51 minuti giocati contro il Napoli, è apparso in ottima forma. Retroguardia confermata con il recupero di Radu («in questo momento mi garantisce maggiore equilibrio di Garrido, per il quale nutro piena fiducia ma non ha ancora i 90 minuti nelle gambe») e in attacco la formula già adottata con successo contro il Napoli: Zarate più avanzato e Floccari da trequartista. Hernanes sulla stessa linea ma più spostato a destra: «Ho l'impressione - ha detto il tecnico - che in quella zona riesca a partecipare più attivamente all'azione, anche perché al centro veniva subito aggredito dai difensori». Per il resto Reja ha chiesto ancora una volta «una squadra umile, perché i pericoli possono nascondersi dovunque. Specie con le squadre di Marino, che fanno partecipare all'azione offensiva anche i difensori esterni e i centrocampisti. Dovremo coprirci bene e ripartire come siamo abituati a fare». Sarà «un collaudo importante per capire le potenzialità della nostra squadra». Specie con il mercato di gennaio alle porte che potrebbe rinforzare ulteriormente le ambizioni biancocelesti. Reja non si sottrae alle domande sull'argomento, ma avverte: «Quando una squadra va bene non è facile trovare giocatori migliori. E a volte - aggiunge - si corre anche il rischio di indebolirsi, perché bisogna vedere la "cabeza" di chi arriva». Del suo rinnovo, poi, non vuol sentir parlare: «Ogni volta che si tira in ballo l'argomento a me porta male. Abbiamo un progetto, a fine campionato vedremo se avremo raggiunto gli obiettivi e ne parleremo».