Lazio bella a metà
Bella sì, cinica no. La Lazio spreca un'occasione colossale per tenere la scia del fuggitivo Milan ma conferma di essere ormai diventata una grande squadra. Apre Crespo che illude un Parma comunque in crescita rispetto allo sconcertante avvio, replica Floccari con un colpo di testa su angolo di Zarate. Prima e dopo i due gol che mandano in archivio un pareggio che sta strettissimo alla banda di Reja, una serie indescrivibile di quasi gol dei biancocelesti. Almeno otto nitide occasioni per certificare il blitz al Tardini gettate via così senza un motivo valido. O meglio la mancata vittoria si può spiegare con qualche tocco lezioso di Zarate (ancora una buona gara del talento argentino), qualche tiro ritardato di Mauri e Floccari, oppure qualche contropiede fallito come quelli di Hernanes e Lichtsteiner. Soprattutto quello dello svizzero, peraltro uno dei migliori in campo, è arrivato quando la partita stava per finire, ma lo sciagurato terzino laziale ha preferito tirare sulle gambe di Lucarelli invece di servire ai suoi due lati Mauri e Floccari complemente liberi di battere verso la porta di Mirante. Tant'è, resta solo un punto che dopo la trasferta di Cesena chiusa con quell'amara sconfitta, sembra troppo poco ma negli occhi c'è anche una squadra bellissima che non molla mai, che cerca fino alla fine di vincere alla faccia del millantato difensivismo di Reja. La Lazio gioca per la prima volta in trasferta, a prescindere dal risultato perché di vittorie ne erano arivate già quattro, con la consapevolezza della propria forza, gioca da grande club senza però il cinismo necessario per portare il bottino a Roma. A larghi tratti entusiasma i duemila tifosi presenti al Tardini che hanno spinto l'assalto biancoceleste e i rimpianti finali non possono cancellare la bella immagine mostrata a Parma da Floccari & Co. La Lazio non si è persa d'animo nemmeno quando si è dovuta inchinare alla prodezza di Crespo, attesa dopo un lungo digiuno. Valdanito ha segnato una rete spettacolare, un gol alla Crespo con una girata di testa in anticipo con il pallone che si è infilato sul palo opposto da dove era partito il cross di Angelo. Applausi. Come detto, però, la Lazio che aveva già costruito almeno un paio di occasioni per segnare, si è riversata nella metà campo avversaria con grinta e personalità. Ha sfiorato il pari con Mauri, un po' troppo lento nell'azione incriminata e poi ancora con Zarate (salvataggio sulla linea di Antonelli). Un martellamento continuo che ha portato anche Radu vicino al gol salvato solo dalla fortuita deviazione di Zaccardo. Nel primo minuto di recupero del primo tempo il premio per un forcing prepotente: angolo di Maurito, spizzata di Floccari, fortuita deviazione di Antonelli e palla beffarda nella rete. Nella ripresa un monologo laziale interrotto solo al 90' quando Zaccardo poteva far riecheggiare ancora una volta il vecchio adagio del calcio che recita «gol sbagliato, gol subito». Per fortuna il difensore del Parma non ha trovato l'impatto perfetto col pallone e allora restano solo i rimpianti per un pareggio ingiusto che non premia a dovere la prova dei biancocelesti. Il dominio incontrastato della Lazio, la mentalità mostrata al Tardini, sono il segnale che tutti i tifosi aspettavano dopo il doppio passaggio a vuoto contro Roma e Cesena. La banda di Reja c'è, non molla l'osso, vuole ritagliarsi un posto tra le grandi di questo strano campionato. Ora Catania e Inter all'Olimpico per riassaporare il sapore della vittoria dopo le amarezze del Tardini, solo per il risultato non per il gioco.