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Saràfermato, inesorabilmente, anche se paragonare la sua modesta zuccata a Cesar con quella di Zidane a Materazzi è oltraggio al buonsenso, vedere il gigante sloveno crollare come un fantoccio fa sorridere, quella non era una testata nucleare. Sorride dunque Allegri (con quel nome non potrebbe andare diversamente), che allunga in vetta, anche se i tre punti sulla Lazio non garantiscono certezze, per non parlare della muta ringhiosa degli altri inseguitori, tra i quali si è ritagliata un ruolo importante la Juventus. Naturalmente, rientrava largamente nei preventivi il balzo al terzo posto del Napoli, al quale il calendario offriva ghiotta occasione. Tre minuti per cancellare la sindrome del troppo facile, il morale del Bologna dal pavimento è finito nello scantinato. Il resto, altri gol compresi, pura accademia. Alla Lazio la trasferta di Parma, tutt'altro che agevole, lascia in uguale misura consapevolezza del proprio potenziale e una marea di rimpianti. Era andata in svantaggio per colpa del vecchio amico Hernan Crespo, ma ha reagito immediatamente con straordinaria autorità, all'intervallo era già in linea e ha dedicato l'intera ripresa al sorpasso, che avrebbe ampiamente meritato. Nei venti minuti finali gli emiliani arrancavano paurosamente, molti di loro in preda ai crampi, il solo limite della Lazio riguarda la renitenza a uccidere le partite. Clamoroso il contropiede corale che Lichtensteiner, tra l'altro uno dei più bravi, ha sciaguratamente vanificato cercando la conclusione personale e ignorando Mauri e Floccari in un'area deserta. Reja non ha cenato, ieri sera: già si era mangiato vivo, nello spogliatoio, il giovane svizzero. L'alta classifica resta compressa, dunque prospettiva di grandi emozioni, per ora il Milan non sembra monopolizzare il campionato, almeno non nella misura che per l'Inter era diventata abituale. Da guardare con rispetto la rincorsa della Roma, ma anche quella della Juventus, che è andata a prendersi tre punti pesanti a Marassi, il miracolo di Ballardini non è andato oltre le due vittorie. Recupero determinante quello di Krasic, anche se al suo gol, come del resto a quello precedente, grande contributo ha offerto Eduardo, fortunato in Sudafrica e catastrofico in Italia. Ma il più bravo di tutti è stato ancora una volta Alberto Aquilani: testa alta, freddezza, lucidità, qualità, l'illustrazione della regia di lusso.