Rugby A Firenze l'Italia si arrende all'Australia nel secondo test match Buon esordio di Gori, la difesa regge ma l'attacco resta poco concreto
Dopola delusione di Verona l'Italrugby coglie a Firenze l'ennesima sconfitta, questa volta al cospetto dell'Australia. Il punteggio di 14-32 è sporcato dall'ultima meta subita proprio allo scadere e proprio da una situazione di mischia chiusa, per il resto del match il miglior fondamentale mostrato dagli Azzurri. Canavosio, subentrato al brillante Gori, introduce ai cinque metri italiani, Festuccia tallona l'ovale che però esce dalla parte sbagliata finendo nelle mani di Elsom che deposita in meta. Ormai è chiaro come il sole. Per adesso, quando gioca contro le migliori del mondo (praticamente sempre, grazie al calendario Irb) l'Italia può solo sperare in distacchi minimi e questi regali non li deve concedere. Per il resto, la partita è andata come doveva. I Wallabies producono il rugby più brillante del pianeta dal punto di vista offensivo e difendere contro di loro resta difficilissimo. Gli Azzurri ci sono riusciti concedendo una sola meta, a parte il gentile cadeau di cui si è detto. La mischia chiusa, protagonista del momento migliore dell'Italia a cavallo dei due tempi, ha mostrato un Lo Cicero tirato a lucido e una terza linea di livello con le certezze Parisse e Zanni e i nuovi virgulti Derbyshire e Barbieri, entrato dalla panchina e autore di una meta. L'attesissimo Gori, enfant du pays, ha confermato che è il miglior mediano di mischia che abbiamo a disposizione giocando con personalità e sbagliando pochissimo. Mallett ha scommesso su di lui e ha vinto, ora l'importante è che gli si dia l'opportunità di crescere serenamente e, soprattutto, di giocare nel Treviso dove gli preferiscono Semenzato. Orquera si è giovato della precisione dei passaggi e del ritmo di Gori cercando di proporre gioco, certamente un passo avanti rispetto alla sbiadita prestazione di Gower a Verona. Per il resto tanta difesa, una rimessa laterale insufficiente e la solita sterilità offensiva che è, finora, la vera differenza negativa rispetto agli avversari più quotati. Esempio lampante l'azione che al 75' ha visto protagonisti quasi tutti i tre-quarti capaci di costruire una splendida occasione da meta non concretizzata per l'errore di Benvenuti, incapace di ricevere l'ultimo passaggio da Mc Lean. Quando capitalizzerà quanto costruito, questa squadra potrà battere anche le grandi.