Il massimo con il minimo sforzo
Dimeglio non si poteva chiedere: striscia positiva che si allunga, provvisorio terzo posto in classifica, dal piovoso pomeriggio dell'Olimpico la Roma raccoglie il massimo con il minimo sforzo. Un gioiello di Menez, sempre più ispirato, di forza il raddoppio di Borriello, però prima e dopo grande sofferenza di fronte a un'Udinese capace di confermare il suo momento felice, almeno sul piano del gioco e delle occasioni. Tante le opportunità concesse dalla difesa romanista, graziata da segnalazioni fasulle su Di Natale lanciato in gol e poi, in recupero, con l'annullamento di una rete di Denis regolarissima. Vero è anche che Orsato aveva punito Burdisso con un rosso ridicolo, tutti insomma si guadagnano il diritto al mugugno. Fuori ancora Pizarro, centrocampo annichilito dall'opposto reparto friulano, a disagio Simplicio sulla fascia destra, Totti assiduo nei ritorni prima di calare comprensibilmente alla distanza. Tutto bene, si diceva, però è difficile apprezzare i giochetti di Ranieri con le coronarie dei tifosi, regalare quasi mezz'ora all'impresentabile Adriano è operazione ad alto rischio.Giustificabile il risparmio di energie in vista del Bayern, ma a tutto c'è un limite. Oggi si riparte dal «brunch-match» tra Genoa e Juventus, ma è il pomeriggio a richiamare visibilità con le trasferte che attendono l'Inter, a Verona, e soprattutto la Lazio a Parma, romani votati all'inseguimento della vetta presidiata dal Milan, protagonista del posticipo serale con la Fiorentina, felicemente onorato il proposito di mettere comunque in salvo il primato solitario, a prescindere dai risultati odierni. Qualche disagio del centrocampo operaio, buona partita dei viola, ma Allegri sa di poter contare su un fuoriclasse senza rivali. La magia di Ibra, in acrobazia, è decisiva per salire a più quattro, ora la replica agli inseguitori. Della pattuglia di vertice, oltre alla capolista, soltanto il Napoli agevolato dal fattore campo, al San Paolo scende il Bologna frastornato e avvilito dalle disavventure societarie, penalizzazione quasi scontata e pericolo di addio al grande calcio, Mazzarri può sognare.