Al Tardini c'è bisogno di continuità
Novemesi dopo è un altro mondo. Il giorno di San Valentino si presentò al Tardini una Lazio devastata dalla gestione Ballardini, dilaniata dai casi Pandev e Ledesma. Adesso tutto è cambiato proprio grazie a quell'uomo arrivato da Gorizia quel freddo giorno d'inverno per rimettere insieme i cocci della banda biancoceleste. Stendardo e poi Zarate per battere l'allora squadra di Guidolin e restituire certezze a una formazione che sembrava aver imboccata la strada verso l'inferno. Edy Reja che esulta in mezzo al campo per l'impresa che sembrava impossibile. Quel pomeriggio in mezzo al campo c'era pure Ledesma, il guerriero che, nonostante i veleni precedenti, si rimise al servizio della causa per respingere gli avversari con una professionalità fuori dalla norma. Un primo segnale di riscossa non confermato nelle partite successive anche se almeno non c'era il profeta di Ravenna a dispensare verità incomprensibili nel dopo gara. Infine, la salvezza subito dopo la famosa svolta di Norcia. Oggi pomeriggio, 280 giorni dopo la grande paura, la Lazio si presenta a Parma con 25 punti in classifica, il secondo posto e con la convinzione di voler proseguire il soggiorno inatteso nelle zone nobili della classifica. Per turn-over proprio Ledesma partirà dalla panchina dopo la parentesi con l'Italia, ma poco importa. Per la squadra di Reja è un altro test importante prima dell'attesa pausa natalizia che servirà a fare un primo bilancio per decidere se intervenire sul mercato di gennaio. E i biancocelesti sanno perfettamente che bisogna a continuare a fare punti per presentarsi alla fine del girone d'andata con un bottino che può tenere in vita il sogno di tornare in Champions League. Sarà importante cominciare dal Tardini, teatro spesso di magie negli anni d'oro laziali come uno straordinario gol di Almeyda oppure una rete con un prodigioso tacco di Mancini. Sarebbe bello aggiungere un'altra perla.