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La grande ammucchiata

Lazio, Roma, Juve, Milan e Inter divise in classifica da una manciata di punti

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È un campionato o una mano di traversone? Nell'annus horribilis del calcio italiano, quello nel quale abbiamo fatto una delle peggiori figure della nostra storia a livello internazionali al mondiale in Sudafrica, il campionato di serie A non fa che confermare la pochezza dello sport nazionale. Un torneo che ha abbassato di molto l'asticella della qualità, sotto alla quale non s'è ancora intravista una protagonista assoluta con le prime sei squadre racchiuse in soli sette punti.   Mini-fuga per Milan e Lazio, ma poi le quattro inseguitrici compresse in tre punti. Vero, alla mediocrità collettiva hanno contribuito, allineandosi al livello basso dei giocatori, anche gli arbitri del nostro campionato che dovrebbero dirigere distribuendo errori un po' ovunque. Abbiamo provato ad analizzare le squadre che di fatto si giocheranno, probabilmente fino a maggio, lo scudetto tricolore partendo dalla grossa novità di una stagione che ha visto tramontare il mito dell'Inter dopo la tripletta della scorsa stagione. È proprio il Milan capolista di Allegri la squadra che al momento sembra avere le carte più in regola per arrivare fino in fondo, ammesso che l'uomo in grado di fare la differenza resti tonico per tutta la stagione. Il derby meneghino ha dimostrato infatti come questo Milan sia Ibra-dipendente e l'infortunio di Pato, nonché quello di Inzaghi, in questo senso non aiutano. La grossa delusione, almeno fin qui, è stata una Inter in grado di vincere tutto solo qualche mese addietro: ennesima rivalsa dello Special One migrato in Spagna che ha lasciato nelle mani di Benitez una squadra tutt'altro che bollita.   «Squadra che vince non si cambia», recita l'adagio che comprende ovviamente anche l'allenatore. Se all'arrivo di un Benitez ancora disorientato, aggiungete tutta la sequela di infortuni che hanno falcidiato lo spogliatoio nerazzurro, la frittata è fatta. La vera rivelazione è la Lazio di Reja: o meglio di Lotito, visto che tutte le «trovate» più o meno folkloristiche del presidente biancoceleste, Olympia compresa, sembrano trovare fin qui riscontro nella realtà. La squadra di Reja non è certo stata pensata per andare a vincere lo scudetto, ma non ha la distrazione delle coppe e vista la qualità di questo campionato può e deve crederci. Soprattutto se Zarate è quello visto contro il Napoli che l'altra novità di questo primo terzo di campionato. La squadra di Mazzarri è forse quella meglio messa lì davanti con un potenziale offensivo pazzesco. Il problema è dietro, con una difesa capitanata dal Cannavaro sbagliato e che continua a prendere troppi gol. Il vero problema del Napoli, difesa a parte, rischia di essere però una panchina troppo corta per poter competere ai massimi livelli. Le altre due in corsa sono quelle che hanno dato spettacolo a all'Olimpico di Torino sabato scorso: Juve e Roma. I bianconeri sembrano aver finalmente trovato la quadratura del cerchio nonostante l'infortunio di Krasic. La squadra inizia ad assomigliare a quello che vuole Delneri ma contro la Roma ha mostrato comunque tutti i suoi limiti in fase offensiva nonostante un Aquilani in condizione stellare: la Vecchia Signora sembra aver bisogno ancora di un po' di tempo per diventare una squadra vera. Dulcis in fundo la Roma ritrovata che chiude il sestetto di testa e ha ambizione di tornare in corsa per il rush finale. La squadra di Ranieri è la stessa che lo scorso anno ha lottato fino all'ultima giornata con l'Inter stellare targata Mourinho, con l'aggiunta di Borriello. Un gruppo partito malissimo che sembra però aver ritrovato lo spirito della scorsa stagione e che, grazie al successo nel derby contro la Lazio, ha probabilmente rimesso in piedi una stagione che pareva maledetta: ma i punti persi per strada alla fine conteranno eccome. Per Ranieri è arrivato l'ora delle scelte e da qui in avanti si capirà se la Roma potrà davvero dire la sua anche quest'anno.  

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