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In Qatar il derby Argentina-Brasile

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Italiadei giovani, dei ritorni e del talento. Italia moderna quella che stasera a Klagenfurt affronta in amichevole la Romania, un'Italia che torna a spalancare le porte agli oriundi e tiene conto, come forse mai prima, dei segnali arrivati dal campionato. C'è un bel pezzo di Lazio dalla quale Prandelli prende l'esperienza di Mauri e Ledesma (i due più vecchi dell'undici titolare), ma anche il talento di un ritrovato Aquilani e il ritorno dell'enfant prodigio mandato a farsi ossa e testa all'estero: Mario Balotelli e Giuseppe Rossi. Uomini che il ct ha tenuto sempre sott'occhio senza mai mollare la presa, in atteso di poter tornare a mettere le mani anche su Cassano ancora «sospeso» dopo il caso-Garrone. Ma sarà di fatto un'Italia nuova di zecca che guarda al futuro e che Prandelli immagina piena di energie, idee e talento appunto. «Mi aspetto di vedere in campo qualità - attacca il ct alla vigilia - una squadra che operi una buona costruzione della manovra, che giochi attenta e che riesca a mantenere le giuste distanze tra i reparti ma al tempo stesso che sappia osare. Preferisco prendere 4-5 contropiedi che vedere timidezza in attacco». Sarà un'amichevole difficile contro una squadra molto ben messa in campo e ostica: seppur senza Mutu infortunato. «La Romania è una formazione temibile anche senza Mutu - continua - gioca un calcio ben organizzato, attua un pressing notevole, ha tra le propria fila giocatori con comprovata esperienza nei campionati europei. Dovremo stare attenti». Non ci sarà come noto Cassano e allora Prandelli affida la manovra offensiva ai due «stranieri» Rossi e Balotelli. «Sono due attaccanti dai quale voglio avere risposte importanti in termini di prestazione - spiega - perché entrambi stanno bene. Vogliamo giocare con due attaccanti di movimento e senza una punta vera, e con un trequartista che non rivista un ruolo "classico" nella metà campo avversaria quanto semmai che si disponga tra le linee senza dare punti di riferimento ai loro centrocampisti. E dai nuovi mi aspetto solo tanto entusiasmo». Un passaggio ad personam proprio su Balotelli l'uomo che sarà chiamato a fare la differenza. «Mario sta bene, l'ho visto motivato con la voglia di dimostrare il proprio valore. Sono certo che disputerà una buona gara. È un giocatore che ha bruciato le tappe, fuori dal campo può apparire timido ma dentro al rettangolo di gioco si trasforma senza avvertire la tensione. La Nazionale rappresenta per lui una crescita importante, è maturato dopo aver vissuto sulla propria pelle a soli 15 anni molti disagi. Da lui mi aspetto niente di più del Balotelli che ho visto 10 giocare giorni fa in Inghilterra». Chi in Inghilterra non ci vuole tornare perché ha finalmente trovato la sua posizione in Italia è Alberto Aquilani: nuovo leader dei bianconeri. «Mi sento bene - spiega l'ex romanista - e vorrei che si finisse, una volta per tutte, di parlare sempre dei miei infortuni come fossi il solo giocatore ad averne avuti. Quando sono tornato in Italia uno dei miei obiettivi era riconquistare la Nazionale. Sono contento di esserci riuscito. Se a Roma mi considerano un traditore? È perché, chi avrei tradito? I tifosi veri sanno come stanno le cose. Andare via da Roma è stato un passaggio cruciale per la mia carriera e la mia vita: volevo rimettermi in gioco». Chiusura, di rigore per l'introverso Balotelli al quale Prandelli ha affidato addirittura la maglia numero 10: guarda un caso proprio quella che un tempo fu di Totti. Per molti, ma soprattutto per lui, oggi inizia una nuova era in azzurro.

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