Daniele Palizzotto Un calcio di rigore di Zlatan Ibrahimovic regala al Milan il 273° derby della Madonnina, il primato in classifica e soprattutto un vantaggio di sei punti sull'Inter.
AssentiPato e Inzaghi, Allegri lascia ancora una volta in panchina Ronaldinho, alla terza esclusione consecutiva. Al fianco di Ibra, nell'ormai usuale 4-3-1-2, c'è il più mobile Robinho, con Seedorf nel doppio preziosissimo ruolo di rifinitore offensivo e centrocampista aggiunto quando la palla ce l'ha Inter. Scelte magari poco gradite dal presidente Berlusconi, da sempre innamorato del Gaucho, ma sicuramente logiche dal punto di vista tattico. La sorpresa, se vogliamo, è l'esclusione di Pirlo, reduce dai postumi di una botta alla gamba ma comunque a disposizione, come dimostra il suo ingresso nella ripresa al posto del già ammonito Gattuso. Negli scorsi anni il metronomo rossonero avrebbe giocato anche senza una gamba. Stavolta Allegri, confortato dalle risposte del centrocampo «muscolare» nelle ultime partite, preferisce affidarsi al trio Gattuso-Ambrosini-Flamini. Scelta coraggiosa e vincente, visto che il Milan domina la partita nel primo tempo. I rossoneri aggrediscono gli avversari sin dalla trequarti offensiva e sfiorano subito il gol al 3', con Seedorf che spreca di testa un ottimo cross di Abate. Due minuti dopo il vantaggio: il mastino Gattuso recupera palla nella propria metà campo, Seedorf trova Ibrahimovic in profondità, Materazzi si fa sorprendere e, nel tentativo di recuperare, stende lo svedese in area. La perfetta esecuzione di Ibra abbatte l'Inter, già disorientata dalle scelte tattiche di Benitez. Per la partita più importante il tecnico spagnolo opta per un inusuale 4-3-1-2, terzo modulo nelle ultime tre partite. Le infinite assenze (Maicon, Samuel, Thiago Motta, Muntari e Mariga, oltre a Julio Cesar) pesano, ma non giustificano, una decisione che lascia il derby in mano al Milan. Nei primi 20' i rossoneri potrebbero segnare almeno altri due gol. Al 14' Robinho trova Ibra sul filo del fuorigioco: lo svedese cerca di servire l'onnipresente Flamini, eccezionale nel chiudere dietro e poi buttarsi negli spazi, ma Cordoba salva con un recupero miracoloso. Cinque minuti dopo ci prova ancora Ibra con uno splendido tiro al volo di poco alto. Paradossalmente c'è bisogno dell'ennesimo infortunio muscolare, stavolta occorso a Obi al 35', per scuotere l'Inter. Benitez inserisce Coutinho e passa al 4-2-3-1 con Eto'o, unico a dar fastidio alla difesa milanista, allargato definitivamente a sinistra. La punizione di Sneijder al 40' sembra il classico segnale di risveglio, l'ingresso di Pandev per Milito a inizio ripresa l'ennesimo aggiustamento tattico. Ma l'episodio della possibile svolta arriva solo al quarto d'ora quando Abate, già ammonito, cade nella trappola di Pandev e lascia la propria squadra in dieci. Pur in superiorità numerica, però, i nerazzurri fanno poco per meritare il pareggio. Ci provano Sneijder e Stankovic da lontano, ma la conclusione più pericolosa è di Seedorf al 23'. L'assedio finale non cambia il risultato. Il Milan vince, i giocatori festeggiano. Tutti, tranne forse uno: Ronaldinho.