Juve-Roma come una volta
Chi vince può pensare in grande. Juventus-Roma torna a contare come una volta, quando il risultato della sfida poteva spostare uno scudetto dalla Capitale alla Mole. Stasera l'Olimpico torinese consegnerà al campionato la rivale più accreditata alle milanesi per lo scudetto. Uno scontro diretto che conta, insomma. Merito di Delneri e Ranieri, due tecnici che sfidano il rispettivo passato e hanno riportato in alto le squadre di oggi. Il primo ha allenato a Trigoria per pochi mesi, l'altro per due stagioni meno un «pezzo» alla Juventus: e proprio la sconfitta alla terzultima contro l'Atalanta di Delneri sancì il suo addio brutale ai bianconeri. Stasera la Roma a caccia della quarta vittoria di fila in campionato sfida una Juventus imbattuta da sette turni, comprese le due trasferte a San Siro. La vigilia di Ranieri è proiettata al futuro. Niente stoccate alla società che lo ha scaricato senza rispetto, risparmiato anche Blanc. «Parlo solo di calcio - sottolinea il tecnico di San Saba - non di queste cose. Non ho una rabbia particolare, io voglio sempre vincere. La Juventus è avanti a noi, non è vero che stiamo meglio di loro ma vogliamo superarli: sono una grande squadra con una grande società e non dobbiamo sbagliare nulla». Lui per primo. Mai come oggi le scelte in attacco sono delicate. Vucinic gioca, Menez è recuperato e fondamentale, e allora uno tra Totti e Borriello diventa di troppo. Ranieri dovrebbe scegliere il capitano. L'ex milanista, l'uomo del grande rifiuto alla Juve, non la prenderà bene ma capirà. «Ho deciso - assicura Ranieri - però non ve lo dico. Non è difficile per me mandare Totti in panchina: se decido che deve sedersi accanto a me ci viene. Non c'è una corsia preferenziale con lui anche se ci capiamo al volo, io devo decidere per il bene della Roma». Sembra il preludio all'esclusione, ma le sensazione si ribalta quando l'allenatore dice che «la coppia Totti-Vucinic si conosce da tempo mentre il capitano e Borriello si parlano molto in campo ma ancora non si conoscono. Uno dei tre non è di troppo, dipende dallo stato di forma». Così lascia aperto uno spiraglio al tridente pesante, nel caso i problemi alla spalla blocchino Menez in extremis. L'emergenza è negli altri reparti: Pizarro è rimasto a casa con Perrotta e Taddei, Juan non ha recuperato. Ma Ranieri, che stavolta dovrebbe preferire Brighi a Greco, ci crede. «Questo gruppo è arrivato due volte a un passo dal titolo perché ha qualità e carattere. C'è chi nelle difficoltà si lascia sconfiggere, la Roma non ci sta, vuole lottare». Poi prova a sgonfiare la tensione. «Contro la Juve non sarà la prova del nove, non è questa gara a darci risposte e a poterci dire se siamo da scudetto». Delneri la vede come lui. «È ridicolo parlare adesso di chi vincerà lo scudetto. Roma più forte? Giocare insieme da tanti anni può portare a un affiatamento migliore». Ma la Juve si annuncia agguerrita: rientra Melo accanto al grande ex Aquilani, a Salihamidzic il compito di sostituire Motta, davanti Iaquinta è favorito su Del Piero per il posto accanto a Quagliarella, il bianconero più in forma.