Metamorfosi Roma

Un film già visto. Stesso inizio e stessa trama. Adesso sarebbe il caso di riscrivere il finale. La Roma che parte male, si riprende, inizia a correre e non si ferma più fino ad arrivare a un passo dallo scudetto: è già successo due volte negli ultimi tre anni. Ci risiamo, a quanto pare. Lo spera e ci crede Claudio Ranieri dopo essersela vista brutta con appena cinque punti conquistati nelle prime sei gare di campionato e la Champions quasi compromessa. Mentre a casa Sensi si pensava già al successore, l'allenatore di San Saba ha continuato a lavorare e sperare. Aveva ragione. Dal ko del 3 ottobre a Napoli, dove si era toccato il fondo, fino a mercoledì scorso la prospettiva della Roma si è ribaltata: 13 punti conquistati su 15 disponibili in campionato e il colpo a Basilea che ha reso indolore l'intermezzo del ko interno con gli svizzeri. «Siamo solo all'inizio» ha avvertito il tecnico dopo l'ultimo successo con la Fiorentina. Ma l'inversione di tendenza è ormai certificata dai numeri. Secondo Ranieri la svolta era già arrivata a Brescia ma risultati alla mano l'inversione è partita dalla gara con il Genoa del 17 ottobre. In poco meno di un mese i giallorossi sono risaliti dagli abissi della crisi al gruppone delle grandi. Ora sono lassù, in un salotto di lusso senza il padrone di casa: è questa la vera novità rispetto agli ultimi campionati dominati dall'Inter. Un motivo in più per credere che il film sia davvero ricominciato e stavolta possa avere un lieto fine. L'assenza di un avversario che corre veloce è il primo segreto della svolta. Tante cose nel frattempo sono cambiate a Trigoria. Il dialogo continuo tra Ranieri, la squadra e i dirigenti ha portato a una serie di modifiche nel lavoro quotidiano che stanno portando i loro frutti. Il tecnico è convinto che tutto sia partito dalla testa dei giocatori: andava rimossa dai pensieri la scorsa stagione, quella dei miracoli e della mazzata finale. Finalmente è successo e la Roma ha iniziato a pensare al presente. E a correre: qui entra in gioco l'altra evidente trasformazione rispetto alla squadra senza fiato vista in avvio di stagione. Cos'è successo? Il preparatore Paolo Bertelli, che ha curato i muscoli dei giocatori durante l'era Spalletti ed è rimasto a lavorare a Trigoria, si è affiancato (su richiesta della squadra) all'uomo di Ranieri, Riccardo Capanna, e inseme hanno studiato degli accorgimenti nel lavoro atletico. Da un mese la squadra si dedica di più alla forza in palestra e nelle ultime partite si sono visti i benefici. Adesso la Roma corre e dura di più. Non solo: finalmente ha un'identità tattica. Ranieri ha deciso di puntare sul rombo, il modulo che meglio si sposa con le caratteristiche dei giocatori in rosa. Così si valorizza Menez, viene sfruttato meglio il potenziale degli attaccanti e alcuni elementi cardine si sono ritrovati. De Rossi l'esempio più lampante, Riise è un altro: con più campo libero davanti è tornato a spingere come ai bei tempi. La rinascita di alcuni singoli è un altro fattore decisivo: è tornato il portiere titolare, Mexes non sta facendo rimpiangere Juan, Simplicio si è svegliato dal letargo e Vucinic è tornato il trascinatore dell'anno scorso. La nottata è veramente passata? Non c'è partita migliore di Juventus-Roma per capirlo. Basta aspettare fino a domani.