Senza aquila non si vola
«Purtroppo non hanno fatto volare l'aquila, si vede che quando non vola, non vola neanche la Lazio». Con queste parole Reja ha espresso il suo rammarico a fine partita per il fatto che Olympia, simbolo e portafortuna del club biancoceleste in questo inizio stagione, sia stata costretta a non esibirsi nel cielo sopra l'Olimpico prima della stracittadina, per ragioni di ordine pubblico. La scaramanzia fa parte del calcio, quella di Reja è una battuta, ma i fatti parlano chiaro: interrotto il fluido magico, la Lazio ha perso. Da quando è iniziato il volo propiziatorio di Olympia prima delle gare interne la compagine biancoceleste non era mai uscita sconfitta, collezionando la bellezza di 6 vittorie ed un pareggio. Il primo volo è datato 22 settembre, nel turno serale contro il Milan. Dopo il pareggio contro i rossoneri, la Lazio aveva percorso una marcia trionfale fino al derby, battendo nell'ordine Chievo, Brescia, Bari, Cagliari, Portogruaro (in coppa Italia) e Palermo. Prima di Lazio-Roma Olympia è entrata dagli spogliatoi, dal basso e non come al solito da posizione più elevata in Monte Mario lanciata dall'addestratore Juan Bernabè, fratello di Josè Maria Bernabè che domenica l'ha tenuta sul braccio. Olympia scalpitava mentre percorreva la pista di atletica intorno al campo, ha allargato le ali più volte come a voler partire per il volo, ma è rimasta bloccata dai lacci che la legavano al braccio del falconiere, così come le gambe dei giocatori laziali sono rimaste bloccate dalla tensione in campo, soprattutto nel primo tempo. Proprio durante la prima frazione, l'aquila è rimasta a bordo campo, a sorvegliare i suoi ragazzi, a proteggerli con il suo sguardo fiero. Poi, alla fine dei primi 45 minuti, è tornata negli spogliatoi, e la partita, fino a quel momento in parità, si è sbloccata a favore della Roma. In realtà l'aquila non aveva volato neppure in settimana a Formello, nel corso della partitella infrasettimanale, come invece era accaduto in precedenza. Ora la Lazio non farà più a meno di Olympia prima dei match casalinghi. La tradizione vuole che se l'aquila del Benefica vola per 3 minuti poi i portoghesi vincono. Nella Lazio finora è bastato vedere Olympia volare: in realtà solo col Portogruaro ha compiuto tutti i giri previsti. Contro il Cagliari bastarono addirittura poche aperture di ali: in quell'occasione Olympia non raggiunse il campo, ma si posò sulla copertura dell'Olimpico per diverso tempo. Ormai l'aquila è nei cuori dei tifosi, ha fatto innamorare tutto il popolo laziale. Allo stadio e non solo si vedono le maglie con l'immagine e le scritte dedicate a Olympia, la Lazio sta anche valutando l'opportunità di aprire Formello ai tifosi per poter visitare la loro mascotte. Ora, l'imperativo è cancellare il derby: anche Josè Maria Bernabè ieri si aggirava a Formello con aria triste. Anche perché gli spettacoli «sostitutivi» non hanno sortito gli effetti sperati. La fanfara dei bersaglieri è stata fischiata dai tifosi della Roma, con la società costretta a pagare 25mila euro di multa, stessa cifra che la Lazio dovrà sborsare per alcuni cori razzisti della Nord.